Investimenti, è ora di puntare sull’Asia

Il 2018 è stato finora caratterizzato da un contesto di mercato che presenta numerose sfide agli investitori: e in questo quadro interessanti opportunità possono arrivare dall’Asia. Ne abbiamo discusso con Henry Wong (nella foto), head of Asia Fixed Income di Dws e gestore del fondo Deutsche Invest I Asian Bonds.

Qual è la sua opinione sull’attuale contesto di mercato?
Quest’anno era iniziato sotto i migliori auspici, con una situazione di mercato molto buona praticamente per tutte le asset class di cui ci occupiamo. Tuttavia a partire da febbraio abbiamo avuto una serie di problemi e in aprile c’è stato un forte rafforzamento del dollaro Usa. Così negli ultimi due mesi abbiamo visto diversi riprezzamenti sui premi di rischio. E non parliamo solo dell’Asia, ma di tutto il mondo, tutti i mercati obbligazionari e anche quelli delle altre asset class. Se nel recente passato, anche fino allo scorso anno, il contesto di mercato in generale è stato molto positivo, quest’anno finora ha presentato diverse sfide per gli investitori.

Per esempio?
Innanzitutto dal punto di vista del fixed income c’è un rischio che arriva dagli innalzamenti dei tassi d’interesse negli Usa. Dobbiamo poi gestire il rischio macro legato alle dispute sui dazi tra Stati Uniti e Cina, e abbiamo inoltre iniziato a vedere un importante momentum nei mercati a più alto rendimento, legato all’andamento del dollaro. Quando il dollaro si rafforza tutti gli altri Paesi, in particolare gli Emergenti, ne risentono. Il dollaro diventa sempre più forte e i tassi di interesse negli Usa salgono, per questo le persone temono che un fiume di denaro scorra dal resto del mondo verso gli Usa, condizionando i prezzi di mercato.

Il tema dei dazi doganali è molto caldo al momento. Cosa ne pensa?
C’è molta preoccupazione riguardo a questa disputa tra Stati Uniti e Cina. Dal mio punto di vista tutti sono consapevoli che questa situazione, basata sul forte orientamento alle esportazioni dei Paesi asiatici e sul deficit della bilancia commerciale degli Usa, non può continuare. Date le circostanze tutte le nazioni esportatrici dovranno modificare la struttura della loro economia, dall’orientamento all’export ai consumi domestici: ma non lo faranno finché qualcuno non le costringerà a farlo. E questa è la situazione al momento e il motivo per cui gli investitori, come dicevamo prima, hanno un atteggiamento negativo. Negativo perché le persone sono molto nervose e il nervosismo deriva dal fatto che nessuno sa cosa succederà se i grandi Paesi esportatori ripenseranno davvero la struttura della loro economia. Questo è comprensibile, e dall’altro lato può portare delle opportunità, specialmente per chi come noi pratica una selezione bottomup. Cerchiamo sempre un buon rapporto rischio-rendimento, e per questo siamo sempre alla ricerca di prezzi convenienti. Gli anni scorsi sono stati molto positivi, perché abbiamo visto i mercati crescere in maniera generalizzata. Adesso però le valutazioni sono diventate molto care e la volatilità è cresciuta. Per questo bisogna avere un metodo preciso di selezione, in base al quale decidere cosa scegliere un mercato estero, o su un mercato volatile. Questa è la chiave, non solo per quanto riguarda il mercato obbligazionario, ma per tutte le asset class a livello globale.

Perché i bond asiatici dovrebbero essere interessanti per un investitore italiano o europeo in generale?
Perché c’è bisogno di diversificare. Prima del 2008 per gli investitori asiatici io mi occupavo esclusivamente di investimenti oltreoceano, Usa ed Europa, e basta. In quel periodo si credeva che comprare Treasury, Bund tedeschi o anche titoli governativi italiani fosse una scelta sicura. Ma dopo la crisi del 2008 non è più stato così. Adesso la situazione presenta diverse sfide: non c’è mai stata tanta moneta stampata nel mondo, e mai nella storia si è vista una tale divergenza tra le politiche monetarie delle principali nazioni. In questo quadro per gli investitori italiani ed europei è importante offrire sempre più possibilità di investire e di ottenere ritorni elevati. E la possibilità di diversificare la base degli investimenti può arrivare proprio da Hong Kong, dalla Corea del Sud, dalla Cina o anche dal Giappone.

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