Sym (Schroders): “Dove trovare valore in Europa”

Quali conseguenze avranno l’impatto dei cambiamenti geopolitici, la crescita delle tecnologie e l’innovazione sui mercati e sulle scelte di investimento? Se ne è discusso il 15 e 16 novembre a Londra, durante l’annuale conferenza dedicata ai media organizzata da Schroders, all’interno della nuova sede della società.

A margine dei numerosi speech dei relatori che si sono susseguiti tra giovedì e venerdì, con focus che da globale si è spostato anche su mercati emergenti, Europa e singole asset class, la redazione di bluerating.com ha deciso di fare due chiacchiere con James Sym, fund manager specializzato sul mercato europeo. La persona giusta per riflettere sui temi caldi europei, Brexit e manovra italiana su tutti. E per scoprire che, nonostante tutto, il Vecchio Continente potrebbe avere ancora degli spunti interessanti da offrire sul piano delle opportunità di investimento.

Cosa dobbiamo attenderci sui mercati europei da qui alla fine dell’anno?
Ormai manca davvero poco, in realtà quello che vivremo sarà in linea con quello che è successo negli ultimi mesi, con mercati piuttosto complicati da affrontare. Le ragioni sono molteplici, ma la principale è che per le società è molto più difficile fare crescere i propri profitti e questo si riflette sui corsi azionari. Voglio dire che non si tratta di un problema economico, ma di crescita dei costi. Questo non riguarda solo l’Italia, ma anche la Germania, la Spagna, la Francia e altri paesi. Per questo le aziende più digitalizzate possiedono le migliori potenzialità di crescita per i prossimi anni.

Come potrebbe svilupparsi questa dinamica nel 2019?
Se vogliamo utilizzare una frase riassuntiva, si potrebbe dire che “I primi saranno gli ultimi e gli ultimi saranno i primi”. Esistono tante società che hanno il potenziale per crescere nei profitti in Europa, quindi per chi punta al settore growth ci sono diversi elementi di interesse sul mercati. Questo processo verrà trainato dall’inflazione figlia delle nuove politiche monetarie, un po’ come accaduto negli Usa. Confido nel settore tecnologico, in quello finanziario e nelle realtà legate alle commodity; sono asset class ancora poco prezzate.

Spostiamo il nostro focus su uno dei temi caldi internazionali, ovvero la guerra commerciale Usa-Cina. Come può impattare sul mondo produttivo europeo?
Ci sono diversi settori potenzialmente molto vulnerabili. Francia e Germania non possono tollerare eventuali impatti negativi sulle esportazioni verso la Cina, specialmente quest’ultima. Se ci spostiamo su alcuni rami del mercato, sicuramente i beni di lusso possono soffrire, con Francia e Italia in cima alla lista come esportatori.

Rimaniamo sulla geopolitica, ma questa volta volevamo una sua riflessione sulle dinamiche attuali in Europa. Mercati e politica si stanno parlando davvero? E se sì, come?
Sicuramente i mercati reagiscono alla politica, ma è anche vero che in un continente così eterogeneo e complesso come quello europeo è impensabile investire con lo spauracchio continuo di ogni singolo avvenimento politico. Non dobbiamo farci troppo influenzare da queste dinamiche spesso emotive e piuttosto farci guidare dai fondamentali delle singole realtà in cui decidiamo di investire. Sicuramente l’ascesa del populismo, ben rappresentato dai casi Brexit e Italia, è un tema forte che può preoccupare gli addetti ai lavori. Brexit in realtà è un problema più marginale perché può danneggiare alcuni settori produttivi del Regno Unito, come ad esempio quello automotive, mentre sicuramente il caso del debito italiano potrebbe compromettere potenzialmente la stabilità dell’area euro. Ciò detto, penso che un “collasso” non convenga a nessuno degli attori in gioco, quindi in entrambi i casi si arriverà a un
accordo, elemento che garantirà una maggiore tranquillità ai mercati stessi.

All’interno di un contesto così complesso, dove si possono trovare occasioni di investimento in Europa?
Il valore esiste ancora. Chiaramente non è ovunque e bisogna saperlo cercare con i giusti target e le giuste strategie. Tutti sappiamo i problemi strutturali che sussistono e occore essere cauti, ma per esempio adottare una strategia long-short potrebbe essere una buona soluzione. Se invece vogliamo ragionare per aree di business, ribadisco l’importanza di allontanarsi dalle società che hanno già dato tanto in termini di risultati positivi, provando invece a scoprire del potenziale nascosto, per esempio nel settore oil e gas o in quello finanziario come detto in precedenza.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!