Asset allocation, il portafoglio modello di Aiaf

Presentato dal gruppo di lavoro del panel strategist di Aiaf, Associazione Italiana Analisti Finanziari, il portafoglio ottimizzato del quarto e ultimo trimestre 2019 elaborato su un compendio delle view di mercato degli analisti del gruppo AIAF che vede al suo interno associati provenienti da realtà quali Anima, Arca SGR, Banca Cesare Ponti, Banca Passadore & C., Cassa Lombarda, Intermonte Advisory e Gestione, Intesa Sanpaolo, JPMorgan Asset Management, Kairos Partners SGR, Pramerica SGR S.p.A., Tendercapital, Union Bancaire Privée (Europe) SA, Vontobel Asset Management SA.

I giudizi sull’equity europeo e italiano scendono da leggermente positivo a neutrale: la guerra commerciale pesa ora più sull’Europa che sulla Cina a causa del pur parziale accordo fra gli Stati Uniti e il Paese asiatico. Passano da neutrali a leggermente positive le valutazioni sui corporate bond USA ed euro e sui bond governativi italiani, il cui rendimento, pur modesto, è tornato appetibile in un contesto europeo di tassi a zero.

I giudizi restano leggermente positivi solo sull’equity USA e BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) anche in questo caso proprio in virtù del recente accordo USA-Cina. Sono migliorati i giudizi su alcune asset class obbligazionarie (corporate USA ed Euro e governativi italiani), e sull’oro, passato da leggermente positivo a positivo. Infine, è migliorato il giudizio sull’euro nei confronti dello yen.

Il Portafoglio Ottimizzato

Il peggioramento della view sull’azionario europeo e italiano spinge l’ottimizzatore a sottopesare l’equity, lasciando al solo mercato azionario americano un certo sovrappeso rispetto al benchmark. L’aumento della correlazione fra equity bond indotta dagli atteggiamenti concilianti delle Banche Centrali continua a distorcere la matrice varianze e covarianze, lasciando all’oro e allo yen il compito fondamentale di diversificare i rischi e abbattere la volatilità complessiva del portafoglio. Complici i giudizi negativi o neutrali degli strategist, le componenti obbligazionarie governative USA ed Euro sono praticamente azzerate, a tutto vantaggio dei corporate bond e dei bond emergenti, gli unici, fra l’altro, dai quali è possibile estrarre un po’ di rendimento in un mondo di tassi reali e nominale negativi. Il ritorno atteso del portafoglio ottimizzato è del 2.36%, a fronte dell’1.73% del benchmark, con una volatilità leggermente inferiore: 5.10% vs. 5.14%.

Il 3Q 2019

Le performance del 3Q19 sono state positive anche se non particolarmente brillanti (Portafoglio +0.57% in local currency e +0.77% in euro, benchmark +0.83% in local currency e +1.03% in euro), complice la discesa dei mercati azionari di agosto, quando il deterioramento dei rapporti fra Stati Uniti e Cina in merito alle trattative commerciali, i timori di una hard Brexit, la crisi politica in Italia e un atteggiamento meno accomodante del previsto da parte della FED, avevano innescato una fase di avversione al rischio.

In settembre il recupero dei mercati azionari ha permesso al Portafoglio di riconquistare parte del terreno perduto, grazie anche ai toni più accomodanti della BCE. Nel dettaglio la sotto-performance del Portafoglio ottimizzato rispetto al benchmark è imputabile alla forte sottopesatura dei corporate bond americani (-17bps) sui quali il giudizio degli strategist era di neutralità, all’assenza di bond governativi europei (-11bps) sui quali il giudizio era leggermente negativo, e al sovrappeso dei mercati emergenti, soprattutto bond (-6bps), sui quali invece la valutazione era largamente positiva. Il recupero dei bond governativi italiani dopo la crisi di Governo di agosto ha invece aggiunto valore al Portafoglio ottimo (+13bps rispetto al benchmark), insieme ai governativi USA sui quali l’ottimizzatore aveva insistito nonostante il giudizio di neutralità degli strategist.

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