Generali Real Estate, il mattone traina la ripresa delle città

Rigenerazione urbana come opportunità per mettersi alle spalle l’emergenza Covid, tema centrale per il rilancio delle città, ora che si comincia a pensare al dopo pandemia.
Di questo e dei cambiamenti del settore immobiliare davanti alla sfida della ripresa economica italiana ed europea si è parlato in questi giorni in due eventi online organizzati dal Sole24ore e dal Corriere della Sera a cui hanno preso parte tra gli altri Stefano Boeri, architetto e presidente di Triennale Milano, Andrea Gibelli, presidente di FNM e Aldo Mazzocco (nella foto a destra), amministratore delegato di Generali Real Estate.

Proprio il ceo di Generali Real Estate ha tratteggiato un panorama in cui gli investimenti nel mattone si preannunciano sostanziali per superare l’emergenza sanitaria. Mazzocco, alla guida della più importante realtà nel settore in Italia e tra le più rilevanti nel panorama globale, spiega: “Per andare oltre l’emergenza sanitaria oggi il real estate va considerato come un’infrastruttura centrale: la filiera dell’immobiliare è un settore trainante per l’economia, che in Italia supera il 15% del pil”.

Fondamentale in quest’ottica puntare a costruire ragionando in prospettiva Esg. Su questo Mazzocco chiarisce: “Per costruire il futuro delle prossime generazioni bisogna destinare parte delle risorse del Recovery Fund verso investimenti nel capitale umano e nelle infrastrutture: in questo modo il settore del real estate potrà portare una vera rigenerazione urbana ed un ammodernamento in ottica Esg del patrimonio edilizio. Non dimentichiamo, infatti, che gli immobili non sono altro che le infrastrutture dove le persone svolgono le proprie attività – il lavoro, il commercio, l’abitazione, il tempo libero – e dove si coltiva il capitale umano”.

Il manager ha delineato anche il futuro più immediato delle grandi città e riguardo allo spauracchio della de-urbanizzazione dice: “Anche in passato davanti ai cambiamenti importanti, le grandi città, Milano in testa, hanno sempre saputo conservare una capacità di attrazione magnetica grazie alla natura stessa delle persone, che le porta ad aggregarsi dove ci sono maggiori stimoli e opportunità di lavoro, commercio e scambi sociali. Oggi è sicuramente auspicabile una riduzione di pressione sulle maggiori metropoli a vantaggio di una diversificazione territoriale, ma saranno soprattutto necessarie iniziative per migliorare la vivibilità delle grandi città, innanzitutto nelle zone periferiche, con una crescita dei servizi di prossimità e dell’attenzione per la qualità ambientale. Non credo quindi che si possa immaginare un processo di deurbanizzazione”.

Sul modo per raggiungere questi obiettivi decisiva potrebbe essere la collaborazione tra pubblico e privato. Su questo il ceo di Generali Real Estate fa un auspicio: “Sarebbe opportuno che i grandi interventi di rigenerazione, mirati al ridisegno di intere porzioni di città, vedessero la mano pubblica agire non solo da regolatore ma anche da promotore e partner degli operatori e investitori privati. La creazione di nuovo prodotto immobiliare di qualità diventerà così una importante opportunità di investimento produttivo di reddito e generatore di qualità della vita”.

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