LA FED CHIUDE I RUBINETTI – L’aumento dell’avversione al rischio verificatosi tra maggio e giugno ha sorpreso per la rapidità e per la correlazione (in discesa) di azioni e obbligazioni, osserva Francesco Castelli, advisor di Lemanik Selected bond. “Dal punto di vista fondamentale, invece, si è purtroppo verificato quello che già da qualche mese temevamo: negli ultimi anni gli investitori hanno accumulato investimenti a reddito fisso a prezzi sempre più cari e slegati dai fondamentali e dalle prospettive di rendimento futuro. Per qualche anno, abbiamo allegramente nuotato nudi, confortati dalla poderosa marea orchestrata dalla banche centrali. A maggio è giunto purtroppo il primo segnale la Federal Reserve guidata da Bernanke non sarà più dei nostri: gli investitori sono tornati sulla terra e hanno ricominciato a guardare le obbligazioni con occhi più lucidi, scoprendo che le quotazioni di fine aprile, in molti casi, non avevano senso”.
L’ETA’ DELL’ORO OBBLIGAZIONARIO E’ FINITA – Ecco un riassunto di quello che è successo in questi mesi e qualche consiglio su come riallocare i portafogli nel medio termine. Tanto per cominciare, scrive Castelli, “l’età dell’oro dell’obbligazionario è finita: la pressione ribassista è però al momento un problema del dollaro Usa: in ogni caso, anche l’investitore europeo deve cominciare a preparare la migrazione, almeno parziale, dall’obbligazionario all’azionario.
OPPORTUNITA’ DI INDUBBIO INTERESSE – Inoltre, se da un lato dobbiamo chiarire con i nostri clienti che i rendimenti del quadriennio 2009 – 2013 sono largamente irripetibili, restano comunque alcune opportunità di indubbio interesse: le valute ad alto rendimento di alcuni paesi emergenti (sui quali peraltro manterremmo un’esposizione di duration bassa), alcuni settori del credito europeo (finanziari, high yield periferici).