Il fantasma di una nuova bolla sui titoli Internet

LA BOLLA TECH – Un fantasma si aggira per Wall Street. È l'incubo di una nuova bolla sui titoli tecnologici. L'indice Nasdaq è sopra i 4.000 punti: non accadeva da 13 anni, ossia dalla bolla speculativa della New Economy. Il record (anche se proprio record non è visto che nel 2000 l'indice superò quota 5mila) ha fatto scendere un brivido gelido per le schiene di analisti e investitori. Significa che l'America è fuori dal tunnel della crisi, oppure un'ennesima bolla destinata a scoppiare facendo nuovi danni?

IL CASO SNAPCHAT – Anche gli altri indici di Borsa sono in forte rialzo, e una spiegazione sta nella "droga" monetaria fornita dalla Federal Reserve che stampa moneta a manetta. Ma la performance del Nasdaq quest'anno (+33%) supera quelle del Dow Jones (+23%) e dello Standard&Poor's 500 (+26%). Come allora, si moltiplicano i collocamenti in Borsa di aziende nate solo da qualche anno, come Twitter venduto al pubblico per una capitalizzazione superiore ai 2 miliardi. Twitter ancora non ha realizzato profitti e quella valutazione si basa su aspettative future. E c'è di peggio. Sulla scia di Twitter c'è "il caso Snapchat", un'app per smartphone che consente di inviare foto agli amici che si dissolvono dopo averle guardate.

IL COSTO DI UN’APP – Scelte troppo azzardate per la borsa? Può darsi. “Più della tecnologia pura, come i server informatici o le fibre ottiche, a trainare la rimonta del Nasdaq oggi sono aziende che usano metodi hi-tech al servizio del consumatore”, scrive il quotidiano La Repubblica. “Sono le applicazioni, più dei prodotti hi-tech, la locomotiva dei rialzi. È anche un mondo molto leggero, dove creare start-up costa una frazione degli investimenti che erano necessari negli anni Novanta. Anche per questo il volume del venture capital mobilitato nella Silicon Valley è lontano dai record”.

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