Franco svizzero, i 7 titoli azionari che soffrono di più

A sorpresa la Banca centrale svizzera ha abbandonando il floor (introdotto nel settembre 2011) sul tasso di cambio con l'euro. Da allora la volatilità sul forex è in continuo aumento. Ecco secondo gli analisti di Morgan Stanley, riporta Milanofinanza.it, in quali casi le conseguenze sono molto negative.

1. Swatch
Il gigante elvetico degli orologi, che capitalizza 19,8 miliardi di franchi svizzeri, realizza al di fuori del paese l’85% dei ricavi, principalmente in Asia e nel resto dell’Europa. Una variazione del 10% del franco svizzero ha quindi un impatto dell’8% circa sul fatturato. Le conseguenze sugli utili sono anche maggiori (15%), visto che la base dei costi è in franchi svizzeri. Gli analisti stimano in 1,5 miliardi di franchi svizzeri di liquidità netta a fine dicembre 2014.

2. Givaudan
Il 99% del giro d’affari del leader in fragranze e profumi (15,1 miliardi di capitalizzazione), è realizzato al di fuori del paese. In Svizzera viene invece svolta una quota significativa della produzione, oltre all’attività di R&S, soprattutto per l’esportazione nell’area euro. Sebbene l’impatto valutario più rilevante sia traslazionale, ci sarà probabilmente anche un effetto negativo sui margini reddituali, parzialmente bilanciato dal costo degli input, in dollari Usa e altre monete. In generale il rafforzamento del 10% del franco svizzero rispetto al basket totale valutario di Givaudan implica un calo dell’utile per azione (eps) dell’11%.

3. Credit Suisse
Un apprezzamento del 10% del franco svizzero verso dollaro/euro/sterlina ha un impatto del 14-16% sull’utile per azione (eps) del gruppo finanziario che capitalizza 30,5 miliardi. Anche il valore di libro (book value) dovrebbe scendere del 9-10%. Queste variazioni sono state ipotizzate prima di ulteriori tagli dei costi, ma anche di altri sviluppi negativi in termini di maggiori sofferenze. Al contrario i ratio sul capitale dovrebbero migliorare leggermente (per esempio il leverage ratio di 15 punti base), ma la posizione del Credit Suisse resta più debole di quella dei concorrenti.

4. Julius Baer
Secondo le stime degli esperti di Morgan Stanley, un rialzo del 10% del franco svizzero contro dollaro/sterlina/euro deprime del 15% gli utili della società finanziaria con sede a Zurigo (8,2 miliardi di capitalizzazione), prima che questo effetto venga mitigato da qualsiasi iniziativa sui costi. Il 68% dei ricavi e del patrimonio gestito (aum) è denominato in altre valute, rispetto a un’esposizione dei costi del 30%. La compagnia ha dichiarato che il bilancio è denominato in varie valute e che l’effetto iniziale è più sugli utili che sul capitale. Anche i dividendi risentiranno però del calo del risulto finale.

5. Ubs
Un apprezzamento del 10% del franco svizzero verso dollaro/euro/sterlina ha un impatto del 9-11% sull’utile per azione (eps) del colosso finanziario che capitalizza oltre 55 miliardi.  Come nel caso del Credit Suisse, questa variazione è stata ipotizzata prima di ulteriori tagli dei costi, ma anche di altri sviluppi negativi in termini di maggiori sofferenze. I ratio sul capitale dovrebbero salire leggermente, ma l’ammontare dei dividendi speciali 2015 e 2016 è a rischio, considerando il valore al quale potrà cedere gli asset non core.

6. Partners group
Un apprezzamento del 10% del franco svizzero verso dollaro/euro/sterlina ha un impatto del 13% sull’utile per azione (eps) sulla società finanziaria, che capitalizza 6,3 miliardi, e del 18% sul reddito operativo lordo (ebitda). Il 90% degli asset gestiti (aum) è in euro (60%) e dollari (30%), ma la maggior parte dei costi è denominata in franchi svizzeri, con solo una percentuale stimata del 35% nelle altre principali monete. A parità di nuovi sviluppi, i margini reddituali lordi dovrebbero scendere dal 62% al 58,5%. Le conseguenze sul bilancio saranno limitate, ma più rilevanti sugli investimenti nei fondi (288 milioni di franchi svizzeri nel primo semestre 2014).

7. Straumann
Per la società farmaceutica, che capitalizza 3,4 miliardi, le conseguenze sono molto pesanti, visto che larga parte dei costi è sostenuta in Svizzera, dove ci sono la sede centrale e la produzione. Stmn non ha inoltre adottato politiche di hedging (copertura) con il risultato che l’effetto negativo sugli utili sarà immediato. In particolare sul fatturato 2015 l’impatto sarà del -7% e sull’utile per azione (eps) del -10-13%.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!