Shale oil Usa rallenta la crescita
Le estrazioni stanno rallentando nel bacino di Permian, principale motore della crescita globale dell’offerta di greggio a stelle e strisce e per alcuni potrebbe non trattarsi solo di una frenata temporanea. Equita Sim, ad esempio, ha sottolineato in una nota i problemi legati alla crescita dei volumi nel 2019, problemi che non riguarderebbero solo un “collo di bottiglia” nelle infrastrutture di Permian, ma anche il calo di produttività della nuova produzione.
Dubbi anche su Iran, Libia e Venezuela
Proprio il rallentamento della crescita dei volumi dagli Usa, notano gli esperti di Equita Sim, costituisce un elemento di ulteriore pressione sui prezzi del petrolio, insieme alle incertezze legate alla produzione di Iran, Libia e Venezuela. Secondo gli esperti ogni rallentamento nella rapidità con cui cresce l’attività di Permian e lo shale oil americano supporta uno scenario di ripresa dell’attività offshore.
Chi potrebbe avvantaggiarsi in borsa
Un tipo di attività, quest’ultima, cui è particolarmente esposta Saipem, ieri in deciso rialzo proprio grazie al giudizio del broker, mentre oggi sul titolo scattano robuste prese di beneficio che riportano i prezzi sotto i 4,6 euro per azione (il titolo segna -3,22% a metà giornata a Piazza Affari). Un altro titolo molto interessato al futuro di Permian è Tenaris (oggi in calo dello 0,76%), dato che gli Usa rappresentano il 30% circa del fatturato di gruppo. Gli uomini di Equita Sim segnalano come titoli favoriti tra tutti i petroliferi Eni e Repsol e, tra le società integrate, Saipem e Saras (oggi a -1% dopo la buona seduta della vigilia).