Investimenti: ecco l’outlook trimestrale di Plenisfer SGR

“Guardando alla seconda metà dell’anno, riteniamo che il ciclo di inasprimento monetario e il rallentamento economico continueranno a rappresentare i temi chiave“. Ad affermarlo sono gli analisti di Plenisfer SGR, che di seguito illustrano nel dettaglio l’outlook per il prossimo trimestre.

La narrativa della stagflazione è stata dominante fino alla metà di giugno.  Da allora, l’attenzione dei mercati si è spostata su uno scenario di recessione provocando un significativo rally dei bond a lungo termine e una correzione dei titoli ciclici, energetici e dei materiali.

La nostra visione è che la stagflazione rimanga lo scenario più probabile.

La ripresa post Covid ha iniziato a creare tensioni in un mercato del lavoro già rigido, soprattutto negli USA. Sebbene sia prematuro giungere a conclusioni definitive, riteniamo che per le Banche Centrali sarà difficile contenere l’inflazione ai livelli attuali, nonostante i loro sforzi per mantenere le aspettative di inflazione “ancorate”. Le condizioni occupazionali rigide, i bilanci solidi delle famiglie e delle imprese ci convincono che la FED darà la priorità alla lotta all’inflazione rispetto al proteggere i livelli di prezzo sui mercati finanziari.

Per quanto riguarda l’Eurozona, le preoccupazioni sull’inflazione sono per lo più legate all’aumento dei prezzi dell’energia, per cui ci aspettiamo che il reddito fisso rimarrà sotto pressione. Ciò potrebbe avere un ulteriore impatto sui mercati azionari europei.

Un rallentamento dell’economia globale in un regime di dollaro forte non definisce peraltro un ambiente favorevole per le valute dei mercati emergenti, che hanno già registrato una significativa sottoperformance nel mese di giugno e rimarranno sotto pressione. Riteniamo pertanto che sia ancora prematuro allocare capitale alle obbligazioni in valuta locale.

Dal punto di vista azionario, vale la pena ricordare che i dati relativi alla spesa dei consumatori e alla produzione sono diminuiti nel corso del 2022, mentre i dati sull’occupazione rimangono solidi e i bilanci del settore privato sono in buona salute, sia negli Stati Uniti che in Europa. Questo perché la forte ripresa post-Covid fino al primo trimestre dell’anno ha lasciato molte aziende con utili solidi e profili di rifinanziamento favorevoli dopo due anni di liquidità a basso costo. Ad oggi, la correzione dei mercati azionari ha indotto un aggiustamento delle valutazioni, che sono ancora elevate, ma stanno rapidamente convergendo verso le medie di lungo periodo. Riteniamo che la prossima stagione dei bilanci sarà cruciale per valutare l’impatto sui profitti delle aziende dall’aumento dei costi e/o la loro capacità di trasferirli ai prezzi finali, variabili che, peraltro, rafforzerebbero ulteriormente l’inflazione.

Prevediamo che i prezzi delle materie prime rimarranno sostenuti nel medio-lungo termine, a causa della riduzione della capacità produttiva dopo anni di investimenti insufficienti, unita alla crescente domanda di metalli industriali necessari per la transizione verde. La necessità di garantire nuove fonti di energia in sostituzione delle forniture russe sosterrà ulteriormente la produzione nel medio termine, anche se una possibile risoluzione della guerra potrebbe avere un impatto sulla domanda nel breve periodo.

A nostro avviso, i principali rischi che dovremo affrontare nella seconda metà dell’anno saranno, oltre all’inflazione, l’incertezza geopolitica e la sicurezza energetica. Da un lato, le ripercussioni del conflitto tra Russia e Ucraina potrebbero compromettere ulteriormente il commercio globale e la crescita economica. Dall’altro lato, i mercati finanziari hanno già visto significative correzioni, per cui sarà possibile trarre vantaggio da alcune opportunità in termini di valutazioni che potranno emergere già nei prossimi mesi.

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