Le domande che si pongono gli investitori in questo momento sono diverse. Per esempio se sia preferibile acquistare azioni oppure obbligazioni e ancora se sia preferibile il mercato USA oppure quelli europei. E che cosa potrebbe accadere nei mercati emergenti.
A partire da ottobre i mercati azionari USA e quelli europei hanno messo a segno un importante rally, pur in presenza di una possibile recessione la cui lunghezza temporale e profondità sono ancora tutte da valutare. Le economie continuano a rallentare e i margini delle società continuano a contrarsi, visto che non tutte riescono a scaricare sui prezzi finali di vendita la maggiore inflazione.
Pur avendo scarsa visibilità sugli utili societari per il 2023 e 2024, i mercati azionari potrebbero tuttavia continuare a salire fino alla fine dell’anno, soprattutto in caso di ulteriori segnali di disinflazione che sono attesi arrivare sia dagli USA che dall’Europa.
In USA, dopo il picco dell’inflazione (che ora si sta smorzando), adesso sembra arrivato il momento del dollaro (debole) che di solito ha come conseguenza un aumento dell’esposizione verso i paesi emergenti, considerato che la sua debolezza tende a privilegiarne le valute.
Potrebbe inoltre essere arrivato anche il momento di aumentare in modo opportunistico la duration del portafoglio con i treasury statunitensi e il debito corporate investment grade.
Per quanto riguarda invece l’Europa, l’elevata inflazione (che potrebbe aver raggiunto il picco ad ottobre, ma non ha ancora evidenziato una discesa) e la scarsa visibilità della politica monetaria della BCE, ci suggeriscono di essere meno confidenti su un aumento della duration della parte di portafoglio obbligazionario.
Discorso diverso per i mercati azionari europei che crediamo evidenzino in questo momento alcuni interessanti punti di forza. Per gli investitori infatti le aziende europee riteniamo che rappresentino un’ottima opportunità soprattutto grazie allo sviluppo del capitalismo responsabile.
L’Europa è la culla dell’idea che profitti sostenibili e investimenti responsabili siano dinamiche che vanno rinforzandosi a vicenda e la recente agenda green condivisa dalla autorità europee ne rappresenta un esempio: la spinta dell’Europa ad abbandonare l’attuale regime energetico per passare alle energie rinnovabili è notevolmente più forte oggi che in qualsiasi altro momento nell’ultimo decennio.
Non dimentichiamo che l’Europa ha inoltre avviato una vera rivoluzione digitale nel periodo pandemico con investimenti destinati a produrre valore aggiunto nei prossimi anni. Gli investimenti nella digitalizzazione del settore manifatturiero sono in continuo aumento e contribuiscono a migliorare le prospettive di numerose aziende: dal software ai semiconduttori fino ai leader di mercato nella robotica e nell’automazione.
Non solo quindi il mercato USA, ma soprattutto i mercati europei offrono opportunità interessanti agli investitori in grado di individuare nel vecchio continente alcune tra le migliori aziende del mondo, valutate a prezzi estremamente attraenti. Crediamo che nonostante il clima di incertezza e instabilità che caratterizza il momento attuale, l’Europa offre un buon margine di sicurezza.
A cura di Antonio Tognoli, responsabile macro analisi e comunicazione di Cfo Sim