Asset allocation, mercati emergenti: Polonia, un paese nuovamente in pista

L’economia polacca si è espansa costantemente negli ultimi tre decenni, con una media del 4,2% su base annua tra il 1991 e il 2019, facendo crescere di tre volte il reddito pro capite del Paese. Si tratta di uno dei cicli di crescita più lunghi mai osservati nella storia globale. Tuttavia, il modello è stato interrotto nel 2020 dalla pandemia di Covid e dal peggioramento del contesto macroeconomico. Inoltre, la guerra nella vicina Ucraina ha generato subito dopo un’inflazione del 20%.

“Il prossimo futuro potrebbe riservare tempi migliori. Una serie di sviluppi attualmente in corso nel Paese spiega il sentiment ottimista di consumatori e imprese e la prospettiva di un ritorno a una crescita sostenibile”. Ad affermarlo è Guido Giammattei, EM Equity Portfolio Manager di RBC BlueBay, che di seguito illustra la view sul Paese in ottica di investimento.

In primo luogo, l’economia sta migliorando, con una rapida normalizzazione dell’inflazione, e ciò sta ripristinando i risparmi, il potere d’acquisto e la fiducia dei consumatori. In secondo luogo, i recenti cambiamenti di leadership politica hanno determinato migliori prospettive per le riforme strutturali e un miglioramento delle relazioni con l’UE. Infine, considerate le prospettive promettenti del Paese e le valutazioni azionarie relativamente basse, molti investitori hanno per la prima volta iniziato a investire sul mercato azionario interno.

Economia: ottimismo per la crescita del Paese

Il contesto macroeconomico polacco sta migliorando sensibilmente negli ultimi tempi. Da un picco del 20% all’inizio del 2023, l’inflazione è scesa al 2,5%, ossia la media di lungo periodo del Paese. Di conseguenza, i tassi d’interesse sono in calo e si prevede che continueranno a scendere nel secondo semestre dell’anno e anche entrando nel 2025.

Unitamente ad altre iniziative governative favorevoli ai consumatori, un robusto aumento dei salari reali ha ripristinato la fiducia e i risparmi dei consumatori. Nel breve termine, si prevede che i consumi costituiscano un motore fondamentale della crescita. Nel medio-lungo termine, gli investimenti pubblici e privati hanno il potenziale per sostenere la crescita del Pil verso, o sopra la media di lungo periodo del Paese.

Per quanto riguarda le finanze pubbliche, la Polonia gode di un avanzo delle partite correnti pari a circa il 2,0% del Pil. Le esportazioni hanno toccato, nel 2023, i 334 miliardi di euro, rispetto ai 221 miliardi nel 2020 e ai 153 miliardi nel 2014, con un CAGR costante del 10% negli ultimi 10 anni. La Polonia esporta prodotti agricoli, macchinari, attrezzature industriali e prodotti tessili.

La valuta polacca si è notevolmente rafforzata, ma non mostra un andamento eccessivo in virtù della maggior parte dei parametri di valutazione. Al contrario, su base PPA, è ancora notevolmente sottovalutata. Considerando l’ultimo rilevamento, il rapporto debito/Pil del Paese è relativamente basso, pari al 50%, così come quello credito privato/Pil, che si attesta al 35%. Certamente il deficit di bilancio è peggiorato dalla pandemia, ed è attualmente pari al -5% del Pil. Tuttavia, grazie al miglioramento della crescita economica e delle entrate fiscali di quest’anno, si prevede che il deficit si riduca al -4,5% del Pil entro la fine del 2024. Il Ministero delle Finanze e la maggior parte degli economisti del Paese prevedono un’ulteriore riduzione di 50/60pb all’anno, grazie allo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile e alla riduzione dei sussidi per l’energia domestica in Polonia.

Cambiamento politico: riforme e fondi UE per sbloccare la crescita

Le elezioni parlamentari in Polonia dell’ottobre 2023, che hanno portato alla formazione di un nuovo governo guidato dalla Coalizione Civica capitanata dal Primo Ministro Donald Tusk, hanno segnato una transizione significativa nel contesto politico del Paese, dopo otto anni di governo del partito di destra Diritto e Giustizia. Questo governo ha un mandato per portare avanti riforme strutturali e i primi progressi sono stati positivi, in particolare la nomina di nuovi team di gestione per le imprese pubbliche e le riforme dello stato di diritto volte ad accrescere l’indipendenza della magistratura. Quest’ultime sono state fondamentali per migliorare le relazioni della Polonia con l’UE e hanno determinato lo sblocco di ulteriori 60 miliardi di euro di fondi nell’ambito del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (“RRF”). Ciò porterà il totale dei fondi ricevuti dall’Europa a 137 miliardi, pari al 18% del Pil previsto nel 2024. L’assorbimento dei fondi del RRF nell’economia ha il potenziale per far salire significativamente la crescita economica nel prossimo decennio. Secondo le stime della Bce, la crescita del Pil potrebbe registrare un incremento dell’1,3%, a quota 4,1% nel 2026, e di 2 pp, al 4,6% nel 2030, rispetto a uno scenario in cui non venisse implementato il RRF.

Nel breve termine, a fronte dell’incremento degli investimenti pubblici, anche i potenziali effetti di crowding-in possono stimolare gli investimenti privati. Viene generalmente accettato tra gli economisti che il moltiplicatore fiscale tende a essere nel range di 1,25x, e ogni dollaro di investimenti pubblici attrae 0,25 USD di investimenti privati. Sul più lungo periodo, le riforme e la transizione verso un’economia più verde e più digitalizzata genereranno probabilmente una maggiore produttività e una crescita di qualità. Il governo sta elaborando i dettagli di un piano di riforma energetica, finalizzato allo sviluppo di parchi eolici e all’aumento della quantità di elettricità prodotta grazie a fonti rinnovabili, con un obiettivo intermedio del 30% di energia da tali fonti entro il 2030. La Polonia è tra le economie dell’UE a più alta intensità di carbonio. La riforma del settore energetico sarà quindi cruciale come catalizzatore di ulteriori investimenti privati in tale settore, in aggiunta ai fondi UE. Infatti, il 68% dei fondi del RRF da ricevere entro il 2026 verrà investito nella transizione verde.

Rafforzare il mercato dei capitali

Dalle elezioni di metà ottobre 2023, il mercato azionario polacco ha evidenziato un incremento del 30% in termini assoluti (USD), ma le valutazioni per il mercato rimangono relativamente interessanti. Inoltre, osservo che il posizionamento nelle azioni polacche aumenta dal 2022, ma i fondi GEM nel complesso rimangono sottopesati sul mercato, e anche il peso della Polonia nei mercati emergenti è ben al di sotto della media di lungo periodo. I precedenti casi di riforme strutturali a seguito di eventi politici (ad esempio, l’India nel 2014 e il Brasile nel 2016) supportano una prospettiva costruttiva per il mercato azionario interno del Paese. Tuttavia, come spesso accade, non mancano i rischi. Un potenziale rischio è costituito dalla ripresa dell’inflazione, che potrebbe trovare nuova linfa per via della solida crescita dei salari reali e del rialzo dei prezzi energetici. Ciò potrebbe rallentare il ritmo dei tagli dei tassi d’interesse, danneggiando gli investimenti e il Pil. Inoltre, per molti dettagli sulle modalità d’impiego dei fondi UE, occorrerà maggiore chiarezza e, una volta delineati, i piani dipenderanno da una solida esecuzione.

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