Attenti a quello che dite su Facebook, potreste finire in tribunale

Offendere sulla bacheca Facebook comporta l’accusa di diffamazione aggravata che, sulla base di quanto previsto dalla Legge comporta l’aumento della pena. Cosa si rischia?

Bisogna distinguere le diverse tipologie di aggravanti, ovvero:

  • attribuzione di un fatto determinato: la maggiore credibilità dell’offesa giustifica la reclusione fino a due anni o la multa fino a 2.065 euro;
  • offesa arrecata a mezzo stampa, pubblicità, atto pubblico: la forte diffusione delle vie di comunicazione impiegate giustifica la reclusione da sei mesi a tre anni o la multa non inferiore a 516 euro;
  • offesa arrecata a corpo politico, amministrativo, giudiziario, sua rappresentanza, autorità costituita in collegio: la collettività degli enti offesi giustifica l’incremento di un terzo rispetto alla pena base.

Nel caso specifico, la sentenza della Cassazione ha stabilito che un offesa pubblicata in bacheca Facebook comporta l’attribuzione del reato di diffamazione aggravata poiché arrecata a con “altro mezzo di pubblicità”, ovvero con un mezzo idoneo a coinvolgere e raggiungere una vasta platea di soggetti, aggravando quindi la capacità di diffusione del messaggio offensivo.

Adesso la domanda che molti si porranno è cosa si rischia e quale è la pena prevista in caso di accusa di diffamazione aggravata su Facebook. Sulla base di quanto specificato precedentemente il rischio è di essere condannati alla reclusione da 6 mesi a 3 anni e il pagamento di una multa non inferiore a 516 euro.

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