A cura di Morningstar
Il valore nei consumer defensive è nel tabacco. Il comparto dei beni di consumo meno sensibili all’andamento del ciclo economico ha perso il 3% circa nell’ultimo mese di contrattazioni e ora è scambiato a prezzi poco convenienti. Al suo interno sono poche le industrie ancora in grado di creare valore per gli azionisti e il tabacco, con un rapporto medio Prezzo/Fair value di 0,96 è senza dubbio uno di questi.
Nello stesso periodo il segmento dei produttori delle bionde ha ceduto oltre il 5% (in USD al 16 febbraio 2018) e i titoli Imperial Brands e British American Tobacco, che hanno sottoperformato il mercato perdendo rispettivamente il 12% e il 10% (in GBX) sono quelli che presentano i tassi di sconto più elevati.
I marchi di Imperial Brands fanno la differenza
Imperial Brands è il quarto produttore al mondo di tabacco, grazie a brand come Winston e Davidoff e ai sigari cubani Montecristo che ogni anno le permettono di fatturare oltre 8 miliardi di sterline.
Gli analisti riconoscono al gruppo britannico una forte posizione di vantaggio competitivo all’interno del settore per via della qualità del suo portafoglio marchi, delle elevate economie di scala e di una rete di distribuzione superiore a quella dei competitor. Il valore dei brand permette all’azienda di applicare mark-up generosi ai prezzi di vendita, mentre gli alti volumi di produzione consentono di ammortizzare i costi fissi e dunque di ricavare margini di profitto più ampi per unità venduta.
Imperial Brands ricava l’80% del suo reddito operativo dai mercati sviluppati. Questo, sebbene non dia una spinta alla crescita del fatturato, le garantisce margini di profitto più alti rispetto alla media del settore.
Il gruppo sta investendo nei prodotti di nuova generazione come le sigarette elettroniche che, insieme al progressivo aumento del prezzo medio, dovrebbero poter compensare il calo dei volumi di vendita e garantire al gruppo una crescita media dei ricavi del 2,4% nei prossimi cinque anni. In base a queste previsioni il fair value del titolo è pari a 39 sterline (report aggiornato al 9 gennaio 2018).
British American Tobacco ringrazia gli emergenti
British American Tobacco (BAT) vanta una forte posizione di vantaggio (Economic moat) all’interno del settore, grazie alla fedeltà che i consumatori hanno nei confronti dei suoi marchi e alle elevate economie di scala che le permettono di produrre a costi più bassi rispetto alla concorrenza.
“Oltre l’80% del volume e quasi il 60% delle entrate del gruppo derivano dai mercati emergenti e questo garantisce a BAT un importante driver di crescita futura”, dice Philip Gorham di Morningstar. “L’azienda sta inoltre investendo nei prodotti di nuova generazione che nei prossimi anni cattureranno una quota sempre maggiore di consumatori. Philip Morris è stata la prima a muoversi in questo mercato. Tuttavia, dati i limitati margini di differenziazione dell’offerta, il settore resta aperto all’ingresso di nuovi competitor e British American Tobacco ha ampie possibilità di espandersi”.
Le previsioni per i prossimi cinque anni indicano una crescita media del fatturato del 16%, ma il titolo è scambiato sul mercato a un tasso di sconto dell’8% rispetto al fair value di 48 sterline (report aggiornato al 26 gennaio 2018).
Rapporto Prezzo/Fair value medio industria tabacco