Borse, la festa è finita?

“Il fango a volte può dare l’idea della profondità” diceva Marshall McLuhan (nella foto), famoso sociologo canadese. Non è facile interpretare l’economia reale osservando i movimenti dei mercati azionari. Ma l’entusiasmo si sa è difficile da contenere.

Come è possibile che oltre un mese di mercato rally (già di per sé un’anomalia) possa decretare il minimo raggiunto dalla crisi economica? Difficile a dirsi, soprattutto quando i dati a nostra disposizione sono annacquati da miliardi se non trilioni di dollari di incentivi.

Sono infatti 2,2 i trilioni di dollari che 43 nazioni al mondo hanno messo sul piatto per stimolare l’economia negli ultimi sei mesi, trasferendo il debito dal settore pubblico a quello privato. I soli Stati Uniti hanno prestato 10 trilioni di dollari per mantenere solventi banche e istituzioni finanziarie. La domanda che rimane da porsi è cosa succederà all’economia una volta che i soldi pubblici saranno spesi?

Quello che ci aspetta nel futuro non è dato sapersi ma sembra quasi impossibile un recupero dell’economia senza una riabilitazione di tutto il sistema; basarsi su quanto racccontano i mercati finanziari è fallace visto che una revisione storica delle passate recessioni rivela che i mercati sono sempre stati ciechi davanti ad un’onesta recessione. Difficile che la loro vista migliori quando si tratta di ripresa.

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