Continua la forte crescita di Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria

A cura di Raiffeisen Capital Management 

Polonia. L’economia polacca è cresciuta del 5,2% p.a. nel primo trimestre del 2018, più di quanto previsto dagli analisti. Ad aprile è calata la dinamica delle vendite al dettaglio, in compenso è salita molto di più la produzione industriale. Parti della riforma pensionistica probabilmente non verrano implementate come previsto a inizio 2019, ma solamente verso la metà dell’anno.
Repubblica Ceca. Nel primo trimestre, nella Repubblica Ceca l’economia è cresciuta leggermente meno delle attese (+4,4%). L’inflazione di recente è invece aumentata un po’ più rapidamente delle previsioni e ad aprile si è attestata all’1,9% p.a. Il tasso di disoccupazione è sceso ulteriormente al 3,2% soltanto.
Il premier Babis del partito ANO a fine maggio è stato nominato per un secondo mandato dal presidente della Repubblica, indipendetemente dalla consultazione dei membri ancora in corso presso il potenziale partner di coalizione CSSD. Al momento sembra che i membri del partito in questo referendum siano d’accordo con una coalizione. In caso contrario, Babis vuole formare un governo di minoranza che potrebbe essere sostenuto dai comunisti nonché dal SPD di estrema destra.
Ungheria. I dati congiunturali dell’Ungheria ultimamente hanno offerto un quadro un po’ misto, ma nel complesso indicano una crescita tuttora solida. Come nella Repubblica Ceca, l’inflazione di recente è salita notevolmente; al momento è pari al 2,3% per anno.
I mercati azionari dei CE3 a maggio hanno tutti perso significativamente, in primo luogo l’Ungheria (-7,7%), seguita dalla Polonia (-5,9%) e dalla Repubblica Ceca (-3,6%).

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