L'expo ai cancelli di partenza

Finalmente si parte con l’Expo. Forse. Stando a quanto si apprende sui principali quotidiani nazionali,  il governo avrebbe fornito precise garanzie di finanziamento (per esempio 1,3 miliardi di Euro per le opere connesse) sui progetti, le infrastrutture e le grandi opere inseriti nel dossier presentato alla Bie. Ovviamente il cammino per raggiungere l’obiettivo (tra pubblico e privato) di circa 16 miliardi di Euro richiede ancora molta applicazione, ma sembra che i primi spiragli positivi si siano aperti, dopo mesi dedicati alle varie lotte per le poltrone.

Parlando invece del settore privato giusto una settimana fa Manfredi Catella ad di Hines, aveva avuto modo di presentare ai giornalisti gli avanzamenti del cantiere Porta Nuova, uno dei piani urbanistici più ambiziosi e complessi che accompagnano il rilancio del capoluogo lombardo. Giusto per dare qualche numero, Porta Nuova tra il 2009 e il 2010 assegnerà complessivamente 1,2 miliardi di Euro di appalti per opere pubbliche e private (da solo rappresenta oltre il 10% del fatturato 2009 del  settore delle costruzioni civili in Lombardia) ma sembra che tutto proceda a pieno regime: “Tutto procede. Finora non siamo l’impatto del progetto è stato poco visibile perché abbiamo realizzato principalmente, e completato, opere pubbliche infrastrutturali, come ad esempio la realizzazione dei tunnel della nuova Linea 5, il tunnel della via del Nord (che a fine anno verrà aperto, collegando la viabilità di Melchiorre Gioia al cuore di Porta Nuova) ed altre importanti azioni di spostamento e costruzione di sottoservizi” spiega lo stesso Manfredi Catella.

Questo è solo uno dei numeri cantieri che attendono Milano; basti citare Citylife (che la cordata di Generali, Allianz e FonSai conta di realizzare entro il 2014 e che ha già visto l’interesse, con relativo acquisto di appartamenti, di più di 800 milanesi, al prezzo medio di 8000 euro/mq, stando a quando riferisce Antonio Malarico, presidente Fonsai), i percorsi legati alla viabilità (prime fra tutte le nuove tratte etro della M4, M5 e M6) o la stessa futura area della manifestazione, che sorgerà nei pressi dell’attuale fiera, e che da sola, oltre ai padiglioni, vedrà la nascità della Via dell’Acqua., un parco dalle dimensioni più che doppie rispetto al Central Park (come riferito dal sindaco Letizia Moratti all’interno della trsmissione Annozero del 25 amggio scorso).

E così Lucio Stanca e co. possono partire all’attacco. E’ infatti partita Exponiti la campagna lanciata dalla società Expo 2015 Spa per iniziare a coinvolgere i cittadini nell’appuntamento: “E’ una campagna di dialogo (7 domande a risposta multipla o libera più il nome e l’età, disponibili sul sito dell’Expo). Abbiamo scelto internet per poter arrivare a piu’ persone possibile con costi bassissimi e i risultati di questa consultazione costruiranno un benchmark, una base su cui costruire le nostre mosse successive partendo da ciò che ci diranno i cittadini. Attraverso le opinioni che raccoglieremo con questa campagna e il risultato del lavoro della consulta di architetti che sta lavorando al masterplan concettuale, contiamo di arrivare entro fine luglio a definire cosa fare del sito dell’Expo dopo il 31 ottobre 2015” afferma Stanca.

Eccoci quindi di fronte al bivio. Da una parte l’occasione reale per Milano e l’Italia intera di ottenere un rilancio economico, urbanistico e simbolico (l’aspetto paradossalmente più importante, dato che la crisi è partita dalla sfiducia) come non è mai avvenuto all’interno del nostro paese, dall’altra il rischio concreto di creare un cimitero vivente e umiliante di opportunità, per l’ennesima volta, non sfruttate. Si spera prevalga la voglia di dare un definitivo calcio al ricordo della calcistica Italia ‘90.

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