“Powell ha escluso un duplice rialzo dei tassi nel 2019 – spiega Franck Dixmier, Global Head of Fixed Income di Allianz Global Investors – Un messaggio lontano da quello di dicembre. Il Presidente, inoltre, aveva già affermato di non voler spingere il tasso sui Fed funds oltre il livello neutrale. È evidente che la Fed ha aggiustato la strategia di politica monetaria e, con un approccio cauto e flessibile, ora resta “dietro la curva”, evita cioè deliberatamente di alzare i tassi per tenere il passo con l’inflazione”.
Per giungere a queste conclusioni, la Fed ha preso atto della nuova realtà. “Da un lato, l’inflazione resta moderata e stabile al 2%, nonostante un mercato del lavoro dinamico e le pressioni salariali, dall’altro, i rischi continuano ad aumentare – elenca Dixmier
- Gli indicatori economici hanno subito un peggioramento, con una decelerazione della crescita globale e un marcato rallentamento in Cina e in Europa.
- Negli Stati Uniti, un’estensione del blocco parziale delle attività amministrative ( il più lungo shutdown della storia) potrebbe pesare sui consumi, ora che la crescita americana ha chiaramente superato il picco.
- La situazione politica è ancora tesa. Gli USA sono impegnati in una guerra dei dazi con la Cina e in febbraio anche i rapporti commerciali con la Germania potrebbero peggiorare, senza contare le incertezze sulla Brexit e sulle elezioni europee dei prossimi mesi.
- I mercati hanno vissuto un periodo di nervosismo. Le condizioni finanziarie sono peggiorate con il crollo dei listini azionari nel quarto trimestre, e gli spread e la volatilità sono aumentati. Vale la pena sottolineare che la stabilità finanziaria rimane un obiettivo implicito delle Banche Centrali.
La Fed non dovrebbe alzare i tassi in gennaio o in marzo. La questione è se si tratti solo di una pausa o della fine annunciata del rialzo dei tassi. I mercati hanno le idee chiare: i future sui Fed funds riflettono una probabilità solo del 30% di aumento dei tassi nel 2019, e addirittura ci si aspetta un calo nel 2020.
“Da parte sua, comunque, la Fed si riserverà un margine di manovra, per cui non si può escludere un inasprimento nel 2019 – continua Dixmier – Con un tasso di disoccupazione inferiore al 4%, la crescita USA resta al di sopra del potenziale e gli aumenti salariali a fronte delle pressioni nel mercato del lavoro potrebbero alimentare l’inflazione. Inoltre, è interessante osservare che il tasso reale sui Fed funds, che tiene conto degli effetti dell’inflazione, è in territorio positivo per la prima volta dalla crisi finanziaria”. La divergenza fra il messaggio dei mercati e quello della Banca Centrale si è quindi ridotta, ma non annullata.
“Per gli investitori, nell’immediato, questa pausa può rappresentare una notizia positiva, che crea un contesto favorevole agli asset rischiosi: nel medio periodo non si può escludere un rialzo dei tassi di interesse qualora l’inflazione superi il livello target” conclude il Global Head of Fixed Income di Allianz Global Investors.