Una volta concluse queste operazioni il core tier 1 del gruppo dovrebbe salire al 7,65% (dal 6,5% al 30 settembre). Quanto al bond convertendo, su cui la scorsa settimana era intervenuta Consob, pochi giorni fa il gruppo aveva comunicato la sospensione del collocamento al retail. Nelle sue indagini l’autorità dei mercati aveva infatti riscontrato parecchie anomalie, tra cui un palese “ritocco” all’insù, effettuato da Bpm, della percentuale di bond venduti “su iniziativa del cliente” (pari all’86%, al di sopra di ogni media statistica), utile a bypassare le regole Mifid in materia di tutela del risparmiatore e poter così piazzare titoli ad alto rischio. Pochi giorni fa, appunto, il passo indietro di Bpm, che sempre secondo indiscrezioni avrebbe dirottato il collocamento agli istituzionali (con targe a 500 milioni di euro).
Il gruppo, che nonostante la contrazione del margine di interesse ha chiuso i primi nove mesi con i principali indicatori economici in crescita (+14,1% i proventi operativi, +27,5% l’utile netto), ha visto crescere le rettifiche su crediti (+142,2 milioni di euro), pur registrando un sensibile miglioramento delle stesse nel terzo trimestre (il costo del credito è infatti sceso dai 107 basis point del secondo quarter ai 62 del terzo).