APPEAL SPECULATIVO – Secondo gli analisti, che dopo la trimestrale hanno migliorato le stime (+25% per l’utile 2017, +19% per quello 2018), ricordano come il “game changer” potrebbe essere l’esercizio dell’opzione put sulla joint venture con BpVi (con prezzo di esercizio superiore ai 175 milioni). Cattolica rischierebbe di perdere circa 500 milioni di euro di premi distribuiti attraverso questo canale e utili netti tra 8 e 10 milioni, mentre la possibile vendita della quota del 15% in Cattolica detenuta da BpVi potrebbe aprire a “nuovi accordi di bancassurance e anche trasformare Cattolica in un possibile target” di future fusioni e acquisizioni.
GOVERNANCE PUO’ MIGLIORARE – Infine, concludono gli uomini di Banca Akros, “la trasformazione di Cattolica in Spa o il più probabile miglioramento della corporate governance restano il più importante potenziale di rialzo per il medio-lungo termine”. Intanto la settimana scorsa la compagnia assicurativa veronese aveva annunciato i dati relativi all’esercizio 2016, chiuso con un utile netto di gruppo in crescita del 25,2% a 76 milioni. Il Cda di Cattolica Assicurazioni ha inoltre deliberato la distribuzione di un dividendo unitario di 0,35 euro, invariato rispetto a quello distribuito lo scorso anno a valere sui risultati 2015, che anche alle quotazioni attuali equivale ad un rendimento del 5,15%.