Etc, fare attenzione al sottostante

Prima di cominiciare a parlare del nuovo mercato degli Etc, acronimo di Exchange traded commodity, definiamo appunto cosa siano le commodities o tradotta in italiano materie prime. Possono essere definite materie prime o commodities tutti quei materiali che sono alla base della fabbricazione e produzione di altri beni tramite l’utilizzo di opportune tecniche di lavorazione e processi industriali che consentono di ottenere il prodotto finale.

A differenza delle altre attività finanziarie le commodities non si riferiscono unicamente a beni di investimento, ma anche a beni di consumo, il cui valore dipende sia dalle riserve disponibili sia dalla legge di domanda e offerta. Le materie prime sono presenti sui mercati fin dall’epoca del baratto, in cui venivano scambiati prodotti agricoli, animali, materie tessili, minerali, metalli, legnami ecc. Inizialmente tali beni erano valutati, contrattati, venduti e acquistati da tutti coloro che necessitavano di comprarli o venderli per sopperire ai fabbisogni della famiglia e delle proprie attività.

Con il tempo anche questo mercato si è evoluto, fornendo nuove tipologie di prodotti e nuove opportunità d’investimento, assumendo in questo modo connotati sempre più finanziari, piuttosto che reali. Attualmente sono presenti più mercati, alcuni dei quali specializzati su una singola materia prima o su gruppi omogenei delle stesse. Oltre all’evoluzione dimensionale e finanziaria, questi mercati si sono evoluti anche tecnologicamente, in questo modo le principali trattazioni avvengono attraverso mezzi informatici. In sostanza il mercato è cambiato radicalmente rispetto alle origini origini: le materie prime sono sempre meno presenti fisicamente e realmente sui mercati, la verifica della qualità dei beni non è più soggetta a controlli diretti e personali degli acquirenti, ma a classificazioni convenzionalmente accettate e condivise.

Le contrattazioni sono elettroniche, veloci e più sicure, inoltre i prezzi riflettono più da vicino l’effettivo andamento del mercato. L’andamento dei prezzi delle materie prime è stato storicamente soggetto a forti volatilità. In linea di massima, il prezzo è determinato dall’incontro fra domanda e offerta, ma possono influire anche fattori ciclici o strutturali che possono causare variazioni che determinano picchi speculativi. Per poter investire sulle materie prime, da circa un anno sono stati introdottti nuovi strumenti finanziari, che si affiancano ai tradizionali futeres e certificate sulle merci. Si sta parlando degli exchange traded commodity (ETC), strumenti in grado di replicare la performace di una commodity o indici di commodity attraverso l’investimento diretto da parte di una società emittente nella materia prima (costituendo in questo modo gli ETF fisici o physicallybacked) o in contratti derivati sulla materia prima (costituendo in questo modo gli ETF su contratti future).

La scelta fra le due tipologie è influenzata dal tipo di sottostante. Nel caso in cui la commodity in esame può essere stoccata, è possibile procedere con l’investimento diretto nel sottostante, in caso contrario occorre utilizzare come sottostante i relativi future scambiati sui mercati finanziari internazionali. Il primo ETC emesso a livello mondiale è stato il Gold Bullion Securities in Australia da parte di ETF Securities, società che ha creato anche la prima piattaforma dedicata agli ETC allo London Stock Exchange nel 2006. Il mercato su cui vengono negoziati in Italia, l’ETFplus, consente a tali strumenti d’essere scambiati in modo semplice, trasparente e con alta liquidità, anche grazie alla quotazione in tempo reale degli stessi. Nonostante le numerose somiglianze con gli ETF, quali la replica fedele del sottostante, la presenza di un mercato primario e secondario, la trasparenza, la semplicità e i bassi costi, gli ETC non sono ETF.

Infatti gli ETF sono fondi comuni d’investimento o Sicav, mentre gli ETC sono strumenti finanziari emessi da apposite società veicolo (SPV, special pur pose vehicle), dove le attività ad esso attribuibili sono costituite unicamente dalle materie prime o dai contratti sulle stesse. Da aggiungere che tali attività devono essere destinate unicamente al soddisfacimento dei diritti incorporati negli ETC. Oltre a queste due imposizioni, il regolamento di Borsa Italiana prevede la presenza di un mercato liquido e un aggiornamento in continuo del prezzo di mercato in cui sono negoziati.

Investire in ETC comporta numerosi vantaggi, per citarne alcuni vi è la facilità d’accesso, in quanto possono essere scambiati come semplici azioni attraverso un broker o un consulente finanziario; la presenza di un mercato liquido, garantita dai vari market maker disponibili, i quali assicurano che le variazioni del prezzo di ogni ETC dipenda esclusivamente da variazioni del valore del sottostante (NAV) e non dalle variazioni della domanda; costi contenuti, senza commissioni d’entrata, di uscita o di performance, dove le commissioni di gestione sono applicate in proporzione al tempo di detenzione del titolo; la trasparenza e la semplicità, in quanto si limitano a replicare la performance di un sottostante definito e quotato in borsa ed è possibile monitorare in ogni momento il prezzo, che viene pubblicato quotidianamente. Un ulteriore vantaggio di questi strumenti, che li differenzia fortemente dai contratti future, è la possibilità di rimanere costantemente allineato alle performace delle materie prime.

Infatti, per i contratti future sulle materie prime, esiste una data di consegna fisica della materia prima sottostante. Questo comporta la necessità di attuazione di un meccanismo chiamato roll-over, che consente d’evitare la consegna fisica della commodity e di continuare a mantenere una posizione lunga sul future. Questo meccanismo prevede la vendita dei contratti vicino a scadenza e la sottoscrizione di nuovi contratti future sulla stessa commodity, ma con scadenza più lunga. Quanto sopra spiegato non è necessario per gli ETC, che non richiedono riposizionamento da un contratto future all’altro, margini o ulteriori spese di intermediazione o sostituzione di contratti in scadenza. Infine gli ETC che investono direttamente nelle materie prime consentono di evitare gli oneri e i rischi legati al loro stoccaggio. Infine gli ETC non staccano dividendi dal momento che il sottostante fisico non produce alcun tipo di provento.

Per essere più dettagliati voglio spendere due parole per gli etc fisici. Questi strumenti sono garantiti dalla presenza fisica della materia prima sottostante presso un caveau di una banca scelta dall’emittente dello strumento, assicurando in questo modo una forte convergenza fra l’andamento del prezzo spot della materia prima e il valore dell’ETC stesso. Questo tipo di strumento può quindi essere paragonato all’esposizione che l’investitore avrebbe qualora investisse direttamente e autonomamente nella materia prima, senza però dover sostenere i rischi e i costi legati alla gestione del bene fisico quali immagazzinamento, custodia, stoccaggio, assicurazione ecc…

Questa tipologia di ETC può essere utilizzata unicamente per commodity che possono essere stoccate, inoltre, proprio per la loro struttura, si adattano meglio a sottostanti con elevato valore intrinseco e assenza di deperibilità. Risultano quindi ideali per beni fisici quali metalli preziosi, mentre mal si apprestano ai prodotti agricoli, che comportano problemi di conservazione e stoccaggio. Per quanto concerne il meccanismo di cration e redemption in kind, tipico sia degli ETF che degli ETC, in base al quale gli investitori istituzionali autorizzati possono richiedere la creazione o il rimborso degli ETC fisici, scambiando con il depositario l’esatta quantità di materia prima controllata da ciascun ETC per un determinato lotto minimo, lo stesso è in grado di assicurare la fungibilità degli ETC fisici con la commodity sottostante, sia in termini di prezzo che di liquidità.

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