Insabilità politica non piace ai mercati

Ieri abbiamo visto le Borse europee chiudere in rosso, nonostante il potenziamento dei fondi del Fmi da 400 a 430 miliardi deciso dal G20. La manovra del G20 era data per scontata mentre non lo è stato assolutamente la vittoria di Francois Hollande in Francia e la dichiarazione tenuta dal premier olandese Mark Rutte che in conferenza stampa ha annunciato che il negoziato tra la coalizione di governo e i suoi alleati per un piano di austerity di 16 miliardi di euro è fallito. Analizzando la reale situazione del paese notiamo un decifit pubblico del pil tra il 2010 ed il 2011 che è migliorato, passando da un 5,1%  ad 4,7%, ricordiamo che la media eurpea si attesta intorno ad un 3% del valore europeo.

Pertanto sarebbe, da un punto di vista prettamente economico, la reazione avvenuta sui mercati appare essere riflessa in maniera eccessivamente negativa. Se però consideriamo, come  abbiamo scritto più volte, che tutto questo ci fa pensare che il mercato sia ormai mosso, ora più che mai, dal binomio appetito per il rischio o avversione ad esso, quando avvengono notizie negative il loro impatto dal lato dell’avversione al rischio viene con effetti  amplificati espandendosi su tutti i mercati.

Questa espansione e spalmatura del rischio è l’effetto della globalizzazione, dovuta alla possibilità degli operatori di avere accesso a qualsiasi mercato del mondo. Continuando la nostra analisi, passiamo in Francia dove la vittoria di François Hollande al primo turno elettorale in Francia ha dato origini alle tensioni sui mercati finanziari. Si vede che certi operatori non vedono bene la possibilità di un cambiamento politico ora in essere tra la destra di Sarkozy ad uno schieramento di coalizione di sinistra. A questa situazione di instabilità politica nella zona Europea descritta si aggiunge il dato concreto negativo sull’indice Pmi manifatturiero della Germania caduto ad aprile a 46,3 punti rispetto ai 48,4 di marzo. Cerchiamo anche le notizie positive, che tutto sommato i dati ci sono: nel 2011 la zona euro ha fatto registrare un deficiti del 4,1% rispetto al Pil precedente del 6,2%.



EurUsd

Il livello di resistenza individuato nelle ultime giornate sembra funzionare bene ed i prezzi continuano a muoversi un un range sempre più stretto, compreso tra il valore dinamico a 200 periodi a 1,3140 e la trendline a a 1,3230. La rottua del livello a 1,3140 aprirebbe la strada verso il minimo presso area 1,3050. Nel qual caso invece avvenga una spinta rialzo allora bisogna fare riferimento ai massimi posti a livello a 1,3370

UsdJpy

Il cambio UsdJpy confermiamo la tendenza ribassista e vi è stata la rottura del Fibonacci a ribasso a 81,04. Il naturale obiettivo a ribasso, nel più breve periodo lo troviamo alla soglia psicologica di 80,00 dove i prezzi erano il 23 di aprile.

EurJpy
Come detto ieri la tendenza di euro yen dell’ultima settimana ha perso d’intensità e cominciato l’inversione una volta colpito il forte livello di resistenza di 108 figura. A nostro avviso il punto di svolta dovrebbe essere la rottura definitiva del doppio minimo a 104,70.

GbpUsd
Il cable ora consolida sui massimi. Osserviamo come la volatilità sul grafico orario sia sui minimi, pertanto ci aspettiamo per alcuni giorni un movimento di congestione e non di tendenza tra 1,61 e 1,62.  Facciamo solo attenzione alla presenza del valore dinamico a 100 periodi in area 1,60 che funge da supporto.

EurChf
Sul cambio EurChf si opera in fase di lateralità con time frame a bassi periodi, tipo il 5 minuti, in una congestione evidenti tutti tra 1,2010 e 1,2030.

AudUsd
Il movimento ribassista si è fermato sul minimo del 11 aprile a 1,0225. I prezzi sono rimbalzati a rialzo fino a 1,045. La tendenza di ieri negativa che ha riportato i prezzi vicino al minimo ci induce a prestare attenzione oggi a tale valore, dove una sua probabile rottura farebbe ripartire il trend a ribasso. La conferma deve essere accompagnata da un aumento della volatilità.

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