Fideuram, l’utile è in calo

La difficile situazione dei mercati finanziari di questi ultimi mesi colpisce anche Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking (Ispb), la grande banca private controllata da Intesa Sanpaolo, che proprio quest’anno festeggia i 50 anni della sua nascita. Nei primi nove mesi di quest’anno, infatti, l’utile consolidato è stato di 657 milioni di euro, in calo dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2017. Nei primi nove mesi dello scorso anno l’utile netto consolidato era salito del 13% a 662 milioni.

Tornando al 2018, però, a fronte del calo di redditività le masse amministrate sono salite del 2% a 220,4 miliardi, spinte da una raccolta pari a 7,9 miliardi.

Al tempo stesso si riaffaccia l’ipotesi di un’ipo della private bank. Paolo Molesini amministratore delegato e direttore generale di Fideuram Ispb, in un’intervista oggi a “La Stampa” sostiene infatti, da una parte, che “non spetta al management” dire se è tramontata l’idea di quotare la banca, ma aggiunge pure che la quotazione “ci darebbe ulteriore visibilità”.

Molesini, indicando il target di 300 miliardi di aum entro il 2021, aggiunge che la banca, dopo aver avviato il progetto di creazione dell’hub di private banking in Svizzera, ha aperto a Buenos Aires e Montevideo e sta cercando una soluzione a San Paolo in Brasile. Anche perché è “poco probabile – ha spiegato Molesini – un’aggregazione in Italia”.

Per i risultati completi cliccare qui sotto
Fideuram – risultati 3Q2018 – ITA

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