Pictet AM: “Aspettative deluse se troppo ottimisti sulla crescita”

Le azioni hanno vissuto un mese strepitoso (con un rialzo di oltre il 10% da inizio anno), sia per il continuo avanzamento delle trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina sia per i moderati segnali di stabilizzazione della produzione industriale a livello mondiale.
Ma i guadagni stellari del mercato nascondono qualche scheletro nell’armadio. A livello globale, i dati economici hanno deluso le attese degli analisti per 14 mesi di seguito, il periodo più lungo dallo scoppio della crisi finanziaria.
Il commercio mondiale, in termini di volumi, è attualmente al suo livello più basso dal 2009, mentre la fiducia delle aziende delle economie sviluppate sta calando. Contemporaneamente, gli investitori paiono troppo ottimistici sulle prospettive di crescita degli utili societari.

Questo ciò che si evince dal Barometro di maggio 2019, panoramica mensile sull’asset allocation a cura della Strategy Unit di Pictet Asset Management.

Gli indicatori di Pictet AM suggeriscono che la crescita del PIL globale rallenterà al 2,4% annualizzato entro l’inizio di luglio, dal 2,9% di fine 2018 – con buona parte del rallentamento riconducibile alle economie sviluppate.
I Paesi emergenti continuano a godere di prospettive economiche migliori e i loro tassi di crescita miglioreranno fino al 4,4% annuo nel 2019, dal 4,2% dello scorso anno.

I dati sulle valutazioni mostrano che le azioni non sono particolarmente costose e le azioni globali sono scambiate con un rapporto price to earnings di 17x e price to book di 2x.
Ciò che preoccupa è la possibilità che si verifichi un brusco crollo degli utili societari dopo la crescita del 15% dello scorso anno.

Settori azionari e regioni: possibile delusione

L’indice S&P 500 ha stabilito un nuovo record ad aprile, con l’ottimismo degli investitori alimentato da margini societari in crescita. Ma attese così elevate sono in conflitto con il contesto macroeconomico. Per la prima volta dalla fine degli anni ’70, i salari reali statunitensi crescono più della produttività della manodopera. Il costo del debito e l’inflazione sono entrambi in risalita, mentre la crescita economica sta rallentando. La persistente forza del dollaro è un ulteriore ostacolo. Una contrazione significativa dei margini sarà inevitabile. Infatti, la forma della curva dei rendimenti dei Treasury USA  implica un calo complessivo di circa il 30% dei margini di profitto negli Stati Uniti nei prossimi cinque anni, in base alla performance storica.

Panoramica sui mercati globali: impennata delle azioni

Le azioni globali sono cresciute in aprile, con l’MSCI World che ha raggiunto nuovi record. Gli utili sono stati trainati dai settori ciclici, a elevato beta. I settori finanziario, IT, dei servizi di comunicazione e dei beni di consumo voluttuari hanno guadagnato tra il 5 e il 7% ciascuno nel mese, in valuta locale. Per contro, i titoli dei settori sanitario e immobiliare hanno sottoperformato, mentre il settore energetico ha guadagnato solo lo 0,4%.

Le obbligazioni globali hanno perso un po’ di terreno, con le perdite maggiori riportate dai gilt britannici.

Il debito sovrano del Regno Unito ha perso l’1,6% dopo che la Gran Bretagna ha ottenuto una proroga all’uscita dall’Unione europea e il Parlamento ha votato una legge per impedire una Brexit senza accordo.
Il debito societario ha tenuto meglio, con guadagni tra lo 0,5% e l’1,5%. Il debito high yield è andato particolarmente bene, sia in Europa che negli Stati Uniti.
Il dollaro ha guadagnato leggermente terreno, raggiungendo il livello massimo degli ultimi due anni rispetto ad un paniere di valute ponderato per gli scambi.

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