Gli Etf europei compiono 15 anni: entro il 2019 masse a 1.000 miliardi di dollari. Ecco i dati di marzo

A marzo gli ETP hanno raccolto 36,1 miliardi a livello globale, la raccolta complessiva del primo trimestre a 97,2 miliardi di dollari, quasi il triplo rispetto a quanto registrato nel primo trimestre dello scorso anno. Grazie a questi flussi, i primi tre mesi di quest’anno rappresentano il primo trimestre record per l’industria degli ETP globale. A marzo nuovi afflussi per 7,6 miliardi di dollari verso ETP quotati in Europa hanno portato la raccolta complessiva del trimestre a quota 34,2 miliardi di dollari, segnando il miglior trimestre di sempre a livello europeo. Ursula Marchioni, Responsabile della Ricerca ETP, ha commentato: “La raccolta di marzo è stata trainata da ETP azionari sui mercati sviluppati ex USA, in quanto gli investitori hanno individuato interessanti valutazioni tra i titoli azionari europei e giapponesi. In particolare, a marzo gli ETP che offrono esposizioni azionarie europee quotati a livello globali, tra cui fondi paneuropei e quelli sui singoli Paesi europei, hanno raccolto flussi per 14,8 miliardi di dollari”.
Gli ETP obbligazionari hanno registrato flussi netti per 4,3 miliardi dollari, con preferenze per i fondi sul segmento investment grade corporate e governativi europei. Con flussi complessivi di 35,7 miliardi di dollari nei primi tre mesi, gli ETF a reddito fisso sono sulla buona strada per un altro anno record.  Gli ETP sulle commodity energetiche continuano l’ascesa con 2,2 miliardi di dollari di afflussi a marzo, portando la raccolta netta totale da inizio anno a 8,1 miliardi di dollari.
15 anni di Etf in Europa. L’Europa è entrata nel 2000 nervosamente, con la paura che il millenium bug avrebbe danneggiato i sistemi informatici globali. Tuttavia, dopo aver traghettato questo test, il 2000 si è rivelato un anno produttivo per l’innovazione su molti versanti, tra cui quello dei mercati finanziari europei dove furono lanciati i primi Exchange Traded Funds (ETF). I primi ETF ad essere quotati in Europa sono stati due fondi azionari europei, approdati alla Deutsche Börse l’11 aprile 2000, ovvero l’iShares STOXX Europe 50 UCITS ETF e l’iShares EURO STOXX 50 UCITS ETF. Questo lancio è stato seguito dal primo ETF quotato nel Regno Unito al London Stock Exchange il 28 aprile 2000, l’iShares Core FTSE 100 UCITS ETF. Attualmente sono 2.269 gli ETF disponibili in Europa, quotati in 22 Paesi di tutto il continente e gestiti da 45 diversi emittenti. L’industria vanta un patrimonio in gestione di 494 miliardi di dollari e gli asset del primo ETF inglese, l’iShares Core FTSE 100 UCITS ETF, sono costantemente cresciuti, tanto da renderlo il principale ETF azionario sul mercato inglese per patrimonio, pari a 3,7 miliardi di dollari.
In occasione del 15° anniversario dell’industria, Rachel Lord, Responsabile EMEA di iShares -piattaforma ETF di BlackRock- ha commentato: “Gli ETF rappresentano una delle storie di successo del XXI° secolo dell’industria europea degli investimenti. In soli 15 anni, partendo da zero questo segmento del mercato finanziario si è affermato fino a raggiungere quota 500 miliardi di dollari, offrendo livelli di efficienza, trasparenza e valore che hanno democratizzato gli investimenti all’interno del continente”.
“Gli ETF domiciliati in Europa continuano a svilupparsi rapidamente, nonostante le recenti incertezze economiche e geopolitiche. Infatti, la crescita della diffusione di ETF è qui di gran lunga superiore alla media mondiale e l’Europa fornisce il principali contributo alla struttura e alle dimensioni del mercato globale. Il patrimonio degli ETF europei supererà i 500 miliardi di dollari da un giorno all’altro ed entro il 2019, quando l’industria entrerà nella fase di maturità, ci aspettiamo che superino i 1.000 miliardi di dollari, mentre il mercato globale si attesterà a 6.000 miliardi di dollari”.
“Ci sono stati molti sviluppi, in particolare sul segmento dei fondi che replicano mercati di nicchia e alternativi, come materie prime e immobiliare. Oltre alla continua innovazione, come gli smart beta, riteniamo che gli investitori continueranno ad utilizzare gli ETF come strumenti per implementare i loro investimenti core, azionari ed obbligazionari, basati su indici di capitalizzazione di mercato”.
“Assistiamo ad una crescente adozione da parte di investitori che in precedenza utilizzavano prodotti negoziati OTC, in particolare futures, e che ora si rivolgono agli ETF per la prima volta grazie alla loro liquidità e ai bassi costi. Il percorso è delineato chiaramente e ogni giorno osserviamo nuovi investitori degli ETF a livello europeo”.

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