Dividend investing o value investing?

A cura di Trend Online

Tra crediti deteriorati (italiani), allarme derivati (tedeschi), stress test e rischio sistemico, il lessico della cronaca quotidiana la dice lunga sulla preoccupazione con cui gli investitori guardano da qualche tempo al comparto bancario europeo. Ma mentre il vecchio Continente fa i conti con le debolezze di un sistema che continua a generare incertezza, dall’altra parte dell’oceano c’è invece chi pensa che proprio quello bancario sia oggi uno dei pochi settori in cui, con un po’ di buon fiuto, gli investitori possono trovare qualche buon affare.

Buoni dividendi o titoli sottovalutati? Due filosofie per il portafoglio

La ragione la spiega dalle pagine di The Motley Fool, John Maxfield, analista specializzato in titoli del comparto finanziario. “Mentre il mercato nel suo complesso continua a viaggiare verso massimi record”, argomenta Maxfield “molti titoli bancari continuano a scambiare a prezzi inferiori rispetto ai loro livelli precedenti alla crisi finanziaria”.

Tutto sta allora nel decidere come posizionarsi. Se da una parte infatti alcuni orientano le proprie scelte d’acquisto guardando più a qualità del brand e utili in progresso, anticamera per una crescita sostenibile dei dividendi, dall’altro c’è anche chi preferisce seguire il precetto di Warren Buffett: “Mi piace comprare merce di qualità a buon mercato quando la trovo sottocosto”. Ecco allora due scelte di qualità per entrambi i gusti.

Un titolo per gli amanti dei dividendi: Wells Fargo

Wells Fargo, con una storia che risale agli anni della corsa all’oro californiana a metà dell’Ottocento, è in questa fase una delle banche meglio gestite degli Stati Uniti. Considerata da molti una certezza in termini di profitti e di stabilità, nell’ultimo anno Wells Fargo ha generato un rendimento del capitale del 13%, superata soltanto da US Bancorp tra i grandi gruppi bancari americani quanto a redditività. Cifra tutt’altro che trascurabile se si considera che la media registrata sul KBW Bank Index, benchmark del bancario che raccoglie 23 titoli dei maggiori attori del settore, è dell’8,8%. Si aggiunga che il titolo Wells Fargo rende il 3,1%, confrontato con una media sullo S&P 500 del 2,1%. Ciò che ne fa una delle scelte più appetibili a settembre per gli investitori interessati ai dividendi.

Per chi cerca occasioni sottocosto: Bank of America

Bank of America non gode certo, come la sua rivale, della fama di gestione oculata. Ma ha un pregio da non sottovalutare: è sicuramente una delle più a buon mercato. Sono infatti in molti a fare notare che le azioni di Bank of America scambiano ancora a un prezzo molto inferiore rispetto al loro book value (circa il 30% in meno). E questo, nonostante una crescita nel solo mese di agosto dell’11%: dal giorno della Brexit, quando tutte le principali azioni subirono lo shock del referendum britannico, le quotazioni di Bank of America sono cresciute di circa il 25%, il risultato migliore se confrontato con quelli di Citigroup (+19%), JP Morgan Chase (+13%) e Wells Fargo (+11%). Balzo in avanti che, secondo Joe Morford, analista di RBC Capital Markets, è da imputare in parte anche ai risultati migliori delle attese nel secondo trimestre.

La convenienza di un investimento in Bank of America è d’altra parte dalle previsioni rispetto alle prossime mosse della FED. Se, come molti prevedono, i tassi di interesse saliranno nel corso del prossimo anno, allora Bank of America accrescerà notevolmente i propri profitti. E le azioni non potranno che riflettere il miglioramento.

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