Crif Rating Agency mette a confronto i mercati obbligazionari domestici UE

CRIF Rating Agency ha comparato tre mercati obbligazionari domestici del reddito fisso, ovvero l’ExtraMOT-PRO in Italia, il Mittelstandbond (M-Bond) in Germania e il Mercado Alternativo de Renta Fija (o MARF) in Spagna, fonte di finanziamento non bancario per le PMI.

In sintesi, dalla comparazione dei tre mercati si possono trarre le seguenti conclusioni:

  • in generale, il funzionamento dei tre mercati rispecchia le aspettative iniziali, nella misura in cui, salvo rare eccezioni, le emissioni sono state effettuate da PMI,
  • i mercati evolvono in modi differenti in contesti altamente regolamentati, rispetto a contesti guidati dall’adesione alle migliori pratiche di mercato: in altri termini, al crescere dell’intensità della regolamentazione, decresce il ritmo di sviluppo del mercato,
  • circa l’utilizzo del rating, ogni mercato ha seguito proprie linee guida: requisito regolamentare, migliori pratiche, o regime volontario,
  • la presenza tangibile di agenzie di rating locali ha accompagnato lo sviluppo dei tre mercati,
  • il coinvolgimento di agenzie di rating globali è più evidente laddove le imprese emittenti sono di maggiori dimensioni, ovvero le emissioni sono di importo considerevole o le scadenze particolarmente lunghe; solo sul mercato italiano il loro coinvolgimento sembra più diffuso nel caso di PMI che emettono grossi importi,
  • in un sottogruppo di uno dei tre mercati si è affermata la pratica del doppio rating (maggiori emittenti sull’ExtraMOT-PRO),
  • l’elevata incidenza di default sulle obbligazioni emesse in uno dei tre mercati, suggerisce che possano essere stati assegnati dei rating ‘gonfiati’ per agevolare le emissioni obbligazionarie.

Nella tabella seguente, a cura di Crif Rating Agency, sono riassunti i principali risultati.

tabella crif

Il ruolo dei rating

Dallo studio prodotto da CRIF Rating Agency si evince che la presenza tangibile di agenzie di rating locali ha accompagnato lo sviluppo dei tre mercati analizzati mentre il coinvolgimento di agenzie di rating globali è più evidente laddove le imprese emittenti sono di maggiori dimensioni, ovvero le emissioni sono di importo considerevole o le scadenze particolarmente lunghe. Solo sul mercato italiano il loro coinvolgimento sembra più diffuso nel caso di PMI che emettono grossi importi.

Non si può però dimenticare che l’utilizzo dei rating sui mercati obbligazionari trae le proprie origini negli Stati Uniti, dove il rating è principalmente richiesto dagli investitori, e non dagli emittenti. In Europa, invece, ancora oggi i rating sono visti come un servizio richiesto dagli emittenti, e un tale concetto si riflette in molte architetture regolamentari.

Per altro, la platea degli investitori europei deve ancora cogliere appieno il significato profondo dei rating, e come possano e debbano costituire un tassello importante nelle scelte d’investimento.

Inoltre, se si pensa al mondo delle imprese di dimensione più contenuta, sulle agenzie grava un compito non indifferente: ogniqualvolta i sistemi bancari sono sotto pressione, infatti, le PMI sono fra i primi soggetti a soffrire delle conseguenze. Visto dal lato della banca, le PMI portano meno ricavi ma richiedono maggiore analisi e maggiori investimenti nel monitoraggio, se paragonate alle imprese maggiori o quotate in Borsa.

Per contro, le PMI debbono attrezzarsi per diversificare le fonti di finanziamento ma questo significa interagire con nuove tipologie di finanziatori che non hanno le stesse prerogative e obiettivi delle banche, quali ad esempio fondi d’investimento, assicurazioni, fondi pensione e molti altri soggetti non bancari. E più precisamente, questo tipo d’investitori è quello che si affida alle opinioni delle agenzie di rating, non tanto per appaltare l’analisi di credito, quanto per sostenere o corroborare le analisi condotte internamente.

Il processo di rating costringe ad adottare una disciplina di cui le imprese, spesso poco avvezze alla comunicazione con l’ampia comunità finanziaria, possono beneficiare in vista del dialogo con nuove classi d’investitori. Le agenzie di rating locali, generalmente ben radicate nei contesti economici locali e regionali e con particolare conoscenza delle consuetudini commerciali e finanziarie delle imprese non enormi, sono straordinariamente ben posizionate per valutarne il merito di credito e veicolare tutte queste preziose informazioni alla comunità finanziaria.

Questo stato di cose non è certamente l’ideale per quei Paesi nei quali le PMI costituiscono la stragrande maggioranza del tessuto economico e imprenditoriale – guarda caso, il contesto geografico europeo, nel quale le istituzioni comunitarie stanno attivando svariate soluzioni per sostenere il finanziamento delle imprese.

Del resto, le PMI, così fortemente radicate nelle economie locali, possono ritenere che un’opinione maggiormente influenzata da valutazioni nazionali fornisca una base più appropriata di valutazione del loro merito di credito. Inoltre, da un’agenzia domestica ci si attende una profonda conoscenza delle dinamiche di rischio di qualsiasi settore del paese in cui opera e dunque che presenti, per ogni settore, l’intero spettro di rischio relativo.

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