Potrebbe, onestamente, sembrare che la situazione sul’ indice italiano Ftse Mib cambi molto velocemente, da un giorno all’altro. Ma in verità, se ben analizziamo la situazione muta davvero pochissimo e si riassume così:
- il trend di fondo è positivo;
- non bisogna comprare perché si è troppo in alto e quindi ci si porrebbe a rischio voltafaccia;
non bisogna vendere i titoli in portafoglio fino alla rottura dei supporti individuali; - non bisogna mettersi short sull’indice fino alla rottura del suo supporto, che ora si trova a 32.750 punti (Figura 1).
Fig 1. Future Ftse Mib – Grafico giornaliero
La situazione e la strategia si spiegano facilmente con il fatto di essere, con tutta probabilità, in onda 5 (secondo la metodologia di Elliott), ossia l’onda finale del rialzo (Figura 2) e le onde finali possono estendersi anche molto a lungo, al contrario del sentire comune.
Fig 2. Future Ftse Mib – Grafico settimanale
Nulla di cui preoccuparsi dunque? Sull’indice no fino a 32.759, come detto. Sui singoli titoli è tutta un’altra storia perché di storia, appunto, ognuno la fa a sé e, a questo proposito è utile ed essenziale conoscere i supporti individuali di ogni singolo titolo altrimenti si rischia di piangere da soli in un mercato che fa ridere.
E in onda finale appare essere anche l’indice Dax, quindi se ne traggono le stesse conclusioni: non mettersi contro trend, monitorare i supporti e nel frattempo poter pensare che il trend positivo possa estendersi anche a lungo (Figura 3), senza però ricercare facili illusioni: infatti, se il mercato regala, lo fa per un tempo delimitato.
Fig 3. Future Dax Index – Grafico settimanale
E credo che non ci stupiremo scoprendo che l’indice Euro Stoxx 50 ci racconta la stessa storia: onda 5, onda finale, onda lunga, di portata potenzialmente indefinita ma anche capace di tornare indietro da un momento all’altro (Figura 4). Soluzione: monitorare i supporti.
Fig 4. Euro Stoxx 50 Index – Grafico settimanale
A cura di Fabio Pioli, trader, analista finanziario e ideatore di Miraclapp