Cina, migliora nel 2016 il pagamento delle imprese

a cura di Coface

Nel 2016 l’esperienza di pagamento delle imprese cinesi migliora, ma sono ancora numerose le dilazioni di pagamento di lungo periodo in ragione della stretta finanziaria Un’indagine sulla gestione del rischio credito delle imprese, su 1017 società cinesi che hanno partecipato, ha rivelato che i ritardi di pagamento delle imprese sono globalmente migliorati nel 2016. Nel 2016 solo il 68% degli intervistati ha dovuto far fronte a ritardi di pagamento (rispetto alla media dell’80 % dei 5 anni precedenti). Si riduce il numero delle aziende che rileva crediti in sofferenza. Tuttavia, è allarmante la situazione delle problematiche legate ai crediti di lunga durata. In effetti, per il 35,7 % delle società intervistate, le dilazioni di pagamento di lunga durata (che superano i 180 giorni), rappresentano più del 2% del loro fatturato 2016.

Lo studio mostra che nel 2016 più dell’80% degli intervistati rileva un periodo di ritardo medio
di oltre 90 giorni (26,3 % contro il 21% nel 2015). Per contro, la parte delle imprese
intervistate, con ritardi di pagamento superiori a 150 giorni (grafico 1) è nettamente in aumento
(15,9% contro il 9,9% del 2015).
L’esperienza di pagamento di Coface dimostra che circa l’80 % dei crediti insoluti di lunga
durata (180 giorni o più) non vengono recuperati. Se oltre il 2% del fatturato annuo di un’
impresa è oggetto di ritardi di pagamento di lunga durata, la liquidità può risentirne, come la
capacità di pagare i fornitori.
Il 35,7% delle imprese (contro il 33,4 % nel 2015) hanno dichiarato che le dilazioni di
pagamento di lungo periodo rappresentano più del 2% del fatturato annuo. Si assiste ad un
incremento delle aziende (10,9% contro il 8,7% nel 2015) con ritardi di pagamento molto
lunghi per oltre il 10% del fatturato annuo (grafico 2). Questo fenomeno riduce sensibilmente il
flusso della tesoreria, essenziale al funzionamento dell’impresa.
Le società cinesi, che hanno conosciuto dei mancati pagamenti di questo tipo, si sono trovate
di fronte a difficoltà finanziarie importanti. Nel 2017 si traducono in particolare in condizioni di
stretta monetaria e del credito più rigorose e in una forte riduzione dei margini dovuta alla
sovraccapacità industriale, a una domanda più debole e alla crescente concorrenza degli
ultimi anni.I settori ad alto rischio: costruzioni, chimica, macchinari industriali e elettronici
Tra gli 11 settori analizzati in corso di indagine, le problematiche legate ai mancati pagamenti
di lunga durata sono diminuite nei seguenti sette settori: la chimica, i macchinari industriali ed
elettronici, l’informatica e le telecomunicazioni, i metalli, l’industria farmaceutica e le vendite al
dettaglio. (grafico 3)
L’industria dei metalli, settore da qualche anno ad alto rischio, ha mostrato segni di
miglioramento, rafforzata da ristrutturazioni e da un aumento dei prezzi. Numerose imprese di
questo settore si trovano ancora a doversi confrontare con crediti insoluti di lungo periodo,
dichiarando che l’ammontare totale dei mancati pagamenti rappresenta più del 10% del
fatturato.
Nel 2016, e rispetto al 2015, i risultati dello studio mostrano un degrado inatteso delle
problematiche legate ai mancati pagamenti, nonostante le prospettive positive a lungo termine
del settore farmaceutico e i fattori di crescita strutturale (quale l’invecchiamento della
popolazione del paese e l’aumento del reddito pro capite). Questo fenomeno è in parte dovuto
alla rapida evoluzione del quadro politico e regolamentare che ha introdotto un sistema a
doppia fattura, testato in 11 province.
I rischi legati ai mancati pagamenti restano stabili nei settori degli apparecchi elettronici e
domestici, dell’automotive e dei trasporti, delle costruzioni, della carta e del tessile
abbigliamento, che hanno tutti beneficiato dei miglioramenti del settore.
A dispetto di qualche miglioramento, nel 2016 il settore delle costruzioni resta quello più a
rischio in Cina, con il 45,9 % delle imprese (la percentuale maggiore degli intervistati) che
hanno dichiarato che il 2% o più del fatturato è stato in sofferenza. Durante il 2017 ci sarà un
nuova sfida per le imprese del settore, già fortemente indebitate, che saranno soggette a
condizioni monetarie e del credito più strette.
I costanti miglioramenti dello scorso anno nei settori dell’automotive e dei trasporti, grazie a
vantaggi fiscali dei governi destinati a stimolare la vendita di vetture, sono probabilmente
temporanei. E’ possibile che la strada sia insidiosa per l’intensa concorrenza del mercato,
l’abbassamento della domanda di auto e il costo crescente delle materie prime.
Coface conduce lo studio sulla gestione dei crediti delle imprese in Cina da oltre 14 anni.
L’obiettivo è favorire una migliore comprensione delle esperienze di pagamento delle società
cinesi e delle loro pratiche in materia di gestione dei crediti. Nell’ultima edizione, hanno preso
parte allo studio 1017 imprese di differenti settori nel periodo tra ottobre e novembre 2016.
Il commento di Ernesto De Martinis, CEO Coface Italia: “Nonostante il perdurare delle criticità
legate ai crediti di lunga durata, l’indagine Coface rileva un globale miglioramento nei tempi di
pagamento delle imprese cinesi nel 2016, in particolare rispetto ai 5 anni precedenti. Il segnale positivo arriva da settori che costituiscono la spina dorsale dell’economia del Paese
ed è confermato dalla diminuzione registrata dal numero delle aziende che rilevano crediti in
sofferenza. Il 2017 si conferma quindi un anno di sfida per le aziende cinesi che dovranno
confrontarsi con condizioni monetarie e del credito più stringenti.”

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