Mille miliardi nelle sue mani

Per la prima volta in dodici edizioni, il premio di Euromoney per la migliore private bank al mondo è andato a una società extraeuropea. Si tratta di Jp Morgan Private Bank, alla quale è stata riconosciuta una particolare cura nel seguire la clientela più facoltosa, alle prese con complessità crescenti (dai mercati finanziari che offrono pochi spazi di rendimento ai temi del passaggio generale), tanto da superare i due colossi elvetici Ubs Wealth Management e Credit Suisse.

Una lunga storia

Nell’albero genealogico della capogruppo JP Morgan Chase figurano quasi un migliaio di antenati – tra istituti di credito ordinario, banche d’affari e holding -,
confluiti nel corso di oltre due secoli nell’attuale colosso. Un percorso che ha influenzato anche la private bank, che negli Usa conta 45 uffici (compreso il quartier generale a livello globale, con sede a New York) ed è presente in una trentina di Paesi tra Europa e Medio Oriente, oltre al Sud America, dove conta uffici in Messico, Brasile, Cile, Colombia e Perù.

Quattro frecce all’arco
Ai detentori di grandi patrimoni, J.P. Morgan Private Bank dedica una struttura
quattro figure di riferimento: il banker, che gestisce la relazione con il cliente; il gestore, che si occupa unicamente della gestione degli investimenti finanziari, a differenza di altre realtà in cui le due figure professionali sono concentrate in una sola; c’è poi un consulente per il credito e un wealth advisor che, ad esempio, assiste il paperone nella pianificazione dei passaggi generazionali o nella strutturazione dei patrimoni dinastici. Per operazioni di finanza straordinaria legate alle attività imprenditoriali, la private bank lavora in tandem con l’investment bank attraverso la quale l’azienda può accedere alle soluzioni strategiche e, qualora avesse le dimensioni sufficienti, alla raccolta di capitale sui mercati globali.

Carriera tutta interna per il boss
Il chief executive officer è Phil Di Iorio, a sua volta premiato da Euromoney come migliore boss tra le società di private banking a livello internazionale. La sua carriera si è svolta quasi per intero nel grupo Jp Morgan, del quale è entrato a far parte nel lontano 1986 (anno in cui la società evolveva da banca commerciale a banche d’investimento con un occhio al segmento private), per poi percorrere tutto il cursus honorum. Oggi guida una società che supervisiona la gestione di circa 1.000 miliardi di dollari su scala globale, contando sul lavoro di 5.700 dipendenti, compreso il team di ricerca degli investimenti specializzato in 30 asset class.
In Italia la società è guidata dal lontano 2001 da Riccardo Pirronti, che ha iniziato la sua carriera professionale nel 1984 presso Kpmg, per poi passare – due anni dopo – nella divisione investment banking di Chase Manhattan Bank, per la quale nel 1996 è diventato responsabile delle relazioni con i clienti del settore Financial Institutions. Nel 2000 si è trasferito a Londra per assumere la responsabilità per l’Europa dei prodotti onshore per la divisione private banking di Chase Manhattan.

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