Tra banche e fintech i confini si fanno sempre più labili

 

Angelo Deiana

 

Ormai ne siamo consapevoli: cambiare la natura di un’organizzazione attraverso le tecnologie di rete significa modificare il modo in cui le persone operano, sfidando il loro modo di pensare e i processi di lavoro quotidiani.

Ecco perché tale trasformazione è un viaggio con molteplici obiettivi rispetto ai quali bisogna intermediare, puntando a un’ottimizzazione continua tra processi, divisioni e l’ecosistema aziendale, costruendo le giuste connessioni tra front-end e backoffice, dati che provengono dalle “cose” e le decisioni da prendere, le persone, i team, le tecnologie.

 

Strada di sola andata

Detto con le parole di un rapporto di qualche tempo fa di Ambrosetti sulle banche del futuro, “tutte le organizzazioni bancarie saranno organizzazioni tecnologiche oppure non saranno”, dove Ambrosetti ci racconta tutte le aziende, incluse le banche, che non sapranno cambiare profondamente il proprio business model integrando aspetti tecnologici innovativi, non sopravviveranno alla nuova ondata di competizione, interna ed esterna al proprio settore.

D’altra parte, siamo ormai consapevoli che la competizione emergente nel sistema bancario e finanziario è sempre più densa per via delle aperture offerte dalla regolamentazione e dalle possibilità offerte dalla tecnologia.

La tecnologia applicata alla finanza non è una novità degli ultimi anni, ma è solo da poco che fintech e big tech vengono considerate sia una minaccia, che un’opportunità per il sistema bancario tradizionale.

 

Spazi per i nuovi operatori

In effetti, la nascita di numerose iniziative di organizzazioni create per soddisfare specifici segmenti di clienti con servizi finanziari specialistici e non collegati ad una attività bancaria più completa, è recente ed è stata favorita dalla crisi di reputazione delle banche più importanti dopo la crisi del 2008, dall’evoluzione normativa e dal contemporaneo avanzamento della tecnologia, con la riduzione dei costi di gestione dei Big Data e l’aumento della capacità di processarli ricavandone risultati di valore.

Si tratta di un mondo in cui i sistemi fintech e big tech stanno trasformando il modo di fare banca non solo con la tecnologia ma, soprattutto, con un diverso modello di interazione con i consumatori e le organizzazioni. Gli aspetti da tener presenti nell’analisi dello scenario competitivo del settore dei servizi finanziari sono, quindi, diversi:

 

▪     il modello di business che gli attori del sistema devono scegliere;

▪     il quadro regolatorio che possono contribuire a determinare;

▪     il sistema di interazione con la clientela;

▪     la proposizione di valore su cui vogliono puntare.

 

Il campo di battaglia

Se i dati sono al centro della trasformazione digitale, allora non c’è dubbio che le banche siano tra i più importanti soggetti che generano dati relativi alle transazioni.

Questo è il battleground delle sfide del futuro: in un quadro generale nel quale i confini tra attività (bancaria, retail commerciale, intrattenimento e così via) sono sempre più labili, la vera competizione sarà quella di sfruttare i dati per conquistare l’attenzione del cliente e, soprattutto, “monetizzarla”.

 

 

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