Draghi promuove il piano Grecia

La Grecia ha una via d’uscita per risanare il gigantesco debito pubblico che la sta trascinando nel baratro: vendere alcune delle loro isole.
Sarà che i tedeschi amano andare in vacanza nel Mediterraneo e che non hanno mai del tutto perso i loro istinti imperialisti, ma l’idea è venuta proprio a due parlamentari della coalizione del governo tedesco, ovvero il liberale Frank Schaeffler ed il suo collega cristiano-democratico Josef Schlarmann.
Il quotidiano Bild gli ha dato manforte, giudicando eccellente la proposta: “Anche se l’idea sembra un pò pazza, i greci devono pur svendere qualcosa, ad esempio qualcuna delle loro bellissime isole dell’Egeo, secondo questo schema: voi prendete i soldi, noi ci becchiamo Corfù”.
In pratica i tedeschi non sarebbero dispiaciuti di comprare delle isole alla nazione in crisi, e il quotidiano sostiene peraltro che esisterebbe già qualcuno pronto ad occuparsi della vendita, per esempio un’agenzia immobiliare di Amburgo, che offre isole greche disabitate ad un prezzo base di 45 milioni di euro.
Il parlamentare Schlarmnann motiva la propria idea: “Chi è sull’orlo della bancarotta deve utilizzare tutto ciò che possiede per produrre denaro e ripagare i propri creditori. La Grecia possiede edifici, aziende e molte isole disabitate, che potrebbero essere utilizzate per il rimborso dei debiti”.
Schaeffler gli fa eco: “La Grecia potrebbe vendere le sue proprietà, come per esempio le sue isole disabitate”.

Ma, al di là delle bizzarre trovate dei due politici, la realtà economica sembra essere alquanto differente. Stuart Thomson, capo economista di Ignis AM, sostiene invece che la Germania, dove le banche tedesche hanno un’esposizione complessiva sui paesi “periferici” di 522 miliardi di euro, e la Francia non possono permettersi di abbandonare la Grecia.
“Vi è un forte rischio di  contagio che potrebbe allargarsi in un primo momento a Spagna, Portogallo e Italia e, successivamente Regno Unito ed Europa dell’est”, lancia l’allarme Thomson.
L’economista sostiene inoltre che la situazione della Grecia è diversa da quella vissuta dall’Irlanda, anche considerando che oggi le politiche monetarie sono più restrittive rispetto al 2009. La crisi europea non è di natura fiscale, ma competitiva e le economie “periferiche” dovranno affrontare una severa deflazione dei salari (20-30%) per ristabilire la parità con la Germania e guadagnare competitività.
Nonostante ciò, Thomson rileva come il mercato azionario greco offra anche interessanti opportunità di investimento: “Per chi avesse un po’ di coraggio, e pazienza, le banche greche hanno P/E ratio insostenibilmente bassi”, afferma, “Sul fronte dei titoli di stato, invece, è meglio avere indicazioni chiare sul supporto di Francia e Germania e sulla domanda in Aprile e Maggio”.

Nel frattempo oggi la Grecia è alle prese con uno sciopero generale contro le misure di austerità, mentre il premier George Papandreu si trova a Berlino per incontrare la cancelliera Angela Merkel.
Anche il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi si esprime in merito alla situazione del Paese, definendo “molto serie” le misure fiscali contenute nel nuovo piano messo a punto dal governo greco, “Sono misure che hanno convinto i mercati”.

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