La Fed alla lavagna

Ben Bernanke verrà “interrogato” dal Senate Banking Panel (la congregazione che ha giurisdizione su banche, dazi, assicurazione sui depositi, promozione delle esportazioni, politica monetaria, sostegno finanziario alle imprese e così via). Anche se i politici cercheranno di spremere Bernanke fino al midollo, a noi uomini di mercato servono 3 risposte principali: l’economia USA è più in forma o meno in forma di qualche mese fa?

E ancora: le previsioni sono più rosee o più cupe? Cos’è il piano Z? Due volte all’anno Bernanke si reca a Capitol Hill per cercare di difendere le proprie decisioni davanti alla platea di politici del Senate Banking Committee e l’House Financial Service Committee. L’ultima volta è stata a febbraio, quando si era mostrato particolarmente preoccupato per l’andamento dell’economia anche se ha menzionato che “ad un certo punto” i tassi sarebbero dovuti salire.

La preoccupazione maggiore riguardava il mercato del lavoro, che continua tutt’ora a soffrire in assenza di stimoli governativi, ed il mercato immobiliare che rimane sotto tono. Gli ultimi NFP sono state negative, la spesa per consumi si mantiene basso e la parola “deflazione” riecheggia per i corridoi delle banche d’affari. Dunque ci aspettiamo di vedere un Bernanke più preoccupato e serio. Di qui l’ultima domanda: il Piano Z.

I membri del Congresso vorranno comunque delle risposte o delle rassicurazioni e  quindi Bernanke dovrà estrarre dal cappello alcune sorprese se vuole sopravvivere all’interrogazione. Tornando al mercato, l’azionario USA ha cancellatole perdite di ieri e l’appetito per il rischio si è ripreso. Gbp, Chf e le commodity currencies hanno ripreso quota contro il greenback. L’euro ancora non riesce a superare quota 1,30 con convinzione anche con notizie positive come i prezzi alla produzione della Germania che sono uscite ieri migliori del previsto a +0,6% contro un +0,2% atteso.

Peccato che il driver primario di questo rialzo sia l’aumento del prezzo del paniere energetico e quindi la BCE non deve preoccuparsi più di tanto. Infine, come da attese, la BoC ha alzato i tassi di interesse e sono divenuti così il membro più aggressivo del G7 ma nonostante questo il Loonie non si è mosso tanto perché nello statement accompagnatorio si è reso molto chiaro il fatto che non si dovranno scontare ulteriori rialzi.

EurUsd – grafico orario

Passiamo ad un po’ di analisi tecnica cominciando, come di consueto, dall’eurodollaro.
Abbiamo assistito ieri al superamento della forte barriera posizionata a 1.30 figura: dopo aver raggiunto un massimo a 1.3020, questo movimento ha prodotto un repentino calo, di 170 punti, nel corso della mattinata.

Osservando ora la tendenza di breve-medio periodo notiamo come questa sia ancora indirizzata a rialzo: consideriamo infatti che il livello di inversione del movimento di ripresa, iniziato proprio l’inizio di luglio nei pressi di 1.22, si trrvi per le prossime ore vicino a 1.2750 e sino a che questo terrà ipotizziamo obiettivi a 1.31 prima e verso il più ambizioso 1.35, poi.

Il cambio UsdJpy, sempre all’interno della propria tendenza ribassista con origini ai primi di maggio, ha trovato una zona di equilibrio nei pressi di 87 figura, in questi ultimi giorni. L’idea di fondo è che i prezzi possano raggiungere il minimo precedente a 84.90, fermo restando che non dovremmo assistere ad un ritorno al di sopra del doppio massimo di 89.20.

Molto stabile, da una settimana a questa parte, anche il cambio EurJpy. I prezzi fluttuano fra la forte resistenza di 113.30 ed il supporto di 111.50. In questo caso l’analisi tecnica suggerisce un’operatività tesa a sfruttare il range venutosi a creare ma con un occhio puntato ad eventuali rotture.
Vediamo ora il cable, dove potremmo assistere ad una rottura rialzista e nuovo tentativo di raggiungere 1.55, successivamente al passaggio di 1.5310.
1.5250 invece potrebbe essere un buon livello di supporto nel breve.

È strano vedere come da più di un mese il cambio GbpJpy si muova all’interno di un range di 500 punti: eppure 135.90 sopra e 130.50 sotto sono i due livelli che stanno contenendo i prezzi dai primi giorni di giugno. Ora i prezzi si trovano equidistanti da questi due livelli importanti per cui non è agevole propendere per un rialzo o un ribasso nel breve. La miglior strategia sembra quindi essere di attesa del test di uno dei due prezzi.

Terminiamo con il cambio AudUsd, in quanto troviamo molto interessante il livello di resistenza a cui potrebbero giungere i prezzi nel breve. Parliamo di 0.8860 (il massimo da metà maggio scorso) a cui il cambio ha ritracciato per già due volte. Attenzione, anche oggi, quindi ad un ipotetico triplo massimo.

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