Consulenti, 11 lezioni di finanza spicciola – Di zanzariere, abiti pesanti e capitali

Prosegue rubrica in 11 episodi che vi introdurrà ai contenuti del libro “La finanza spiegata bene” del giornalista Mauro del Corno.

Qui la prima puntata.

Qui la seconda puntata.

Qui la terza puntata.

Qui la quarta puntata.

Qui la quinta puntata.

Il sesto estratto (clicca qui per acquistare il libro completo) è parte del sesto capitolo, o sesta lezione, il cui tema è la globalizzazione.

Leggendo i capitoli precedenti avete intuito quanto i sistemi finanziari della gran parte dei paesi del mondo siano strettamente interconnessi. I soldi, il credito, la finanza… qui la globalizzazione è arrivata prima che altrove e in modo radicale. Quel che succede a Tokyo ha effetti anche a Londra, quel che accade a Pechino muove la borsa di New York, ciò che viene deciso a Washington cambia la vita di chi abita a Buenos Aires. Il dollaro è la moneta degli scambi internazionali, la valuta di riferimento a livello globale, tanto che il 70% delle banconote da 100 dollari si trova fuori dagli Usa. Le mosse della Federal Reserve, basate sull’andamento dell’economia Usa, producono quindi effetti che vanno ben oltre i confini statunitensi. Non sempre politiche monetarie buone per gli Stati Uniti lo sono anche per gli altri paesi. Se la Fed muove i tassi gli interessati non sono solo cittadini e imprese statunitensi, sono anche governi, aziende e abitanti dei paesi emergenti. Tassi Usa più alti determinano infatti un rafforzamento del dollaro rispetto alle altre va lute. Implicano un costo più elevato di prestiti e mutui a tasso variabile e un aumento dei rendimenti per tutti i titoli denominati in dollari.  Investire in questi prodotti diventa più allettante mentre il rischio inferiore rispetto a un titolo dei paesi emergenti. Capitali di tutto il mondo vengono quindi attratti verso l’America.

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