Intesa rivoluziona le reti distributive

NUOVA STRATEGIA – Il private banking di Intesa Sanpaolo cambia volto e strategia. Le linee guida della trasformazione sono contenute nel nuovo piano di impresa 2014-2017 che prevede per la nuova struttura ricavi in aumento a 1,7 miliardi di euro nel 2017 da 1,3 miliardi nel 2013. Frutto dell’accorpamento di Banca Fideuram, Fideuram Investimenti e Intesa Sanpaolo Private Banking, il nuovo polo sarà una delle strutture più grandi in Europa dedicata alla gestione dei grandi patrimoni con circa 5.700 banker e 164 miliardi di euro di masse gestite a fine 2013. Il progetto, che assegna a Banca Fideuram in ruolo protagonista, è caratterizzato da un’estensione ai clienti di Intesa Sanpaolo Private Banking degli elementi distintivi della rete guidata da Matteo Colafrancesco che comprendono architettura aperta e schemi remunerativi innovativi.

RECLUTAMENTO
– Per realizzare gli obiettivi previsti, il gruppo intende proseguire nel reclutamento di nuovi promotori e private banker; ma anche crescere esternamente tramite l’esportazione del modello di business in mercati internazionali in forte crescita (come la Turchia). A fornire supporto alla crescita del private banking sarà la nuova struttura di asset management che prevede l’integrazione di Fideuram Asset Management Ireland nel gruppo Eurizon Capital. La nuova realtà dovrebbe avere masse gestite per 295 miliardi di euro nel 2017 dai 221 miliardi nel 2013 e un grado di penetrazione dei fondi comuni sulla clientela in crescita al 25% dal 19%. Il polo dell’asset management fungerà tra l’altro. Il piano industriale 2014- 2017, che conferma gli obiettivi di riorganizzazione delle società del Gruppo già annunciato con la nascita del nuovo Mediocredito a febbraio, vede a fine periodo un utile netto di 4,5 miliardi con una crescita media annua del 38,3%, un ritorno sul capitale tangibile (rote) all’11,8% dal 3,4% di fine 2013 e un Common equity Tier 1 al 12,2%, ben al di sopra dell’8% fissato dalla Bce come parametro di riferimento per la verifica dell’adeguatezza minima del capitale bancario di fronte a situazioni di stress.

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