Shock in IW Bank: indagate 13 persone per riciclaggio

LE IPOTESI DI REATO CONTESTATE – Un vero e proprio shock. Ieri i militari del nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza, guidati dal generale Giuseppe Bottillo, si sono presentati negli uffici di Brescia, Milano e Varese di IW Bank, portando via computer e documenti. Sono davvero pesanti le accuse nei confronti della banca multicanale del gruppo Ubi Banca, formalizzate dalla Procura di Milano nel decreto di perquisizione. Secondo quanto riporta il quotidiano il Messaggero, le ipotesi di reato contestate formula dal Pm milanese Elio Ramondini a 12 funzionari dell’ufficio antiriciclaggio e un broker sono di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e di omessa adeguata verifica alla clientela. La stessa banca è stata inserita nel registro degli indagati per autoriciclaggio, recentemente inserito nel codice penale per punire chi reimpieghi, anche per occultarne l’origine e l’utilizzo, il denaro frutto di un reato che lo stesso soggetto ha commesso in precedenza.


SEDICI MILIONI DI DUBBIA PROVENIENZA – Ma quali sono le accuse? Il quotidiano romano spiega che sedici milioni di euro di “dubbia provenienza” sarebbero stati impiegati per effettuare operazioni di trading on line sui conti correnti intestati a quattro società con sede nei paradisi fiscali come le Bahamas e le Cayman. I conti sarebbero stati accesi attraverso intermediari svizzeri e irlandesi e, per il pm, le somme “dopo essere state utilizzate per le operazioni di trading online, sarebbero ritornati nelle disponibilità delle stesse società estere, attraverso bonifici su conti alle stesse intestati, ubicati presso banche con sede alle Bahamas e alle Isole Cayman. Le operazioni di trading sarebbero avvenute attraverso conti alimentati da bonifici “provenienti da rapporti in essere presso banche svizzere e irlandesi intestate alle società black list”. I depositi, dopo essere stati utilizzati per “investimenti finanziari, spesso in perdita”, sarebbero poi stati svuotati tramite giroconti verso banche con sede nei paradisi fiscali. Nel mirino degli inquirenti sono anche le consulenze svolte da promotori finanziari in favore di IW Bank, tra gennaio 2009 e maggio 2015, finalizzate al “reperimento di clienti alla gestione di investimenti effettuati”.
 
L’ISPEZIONE DELL’UIF – All’origine delle verifiche della Guardia di finanza c’è una ispezione dell’Uif presso la banca, tra novembre e dicembre 2013, rilevante che “con riguardo alla maggior parte dei clienti (104mila posizioni su un totale di 144mila) non erano presenti informazioni concernenti l’adeguata verifica della clientela, mentre le rimanenti posizioni risultavano caratterizzate da informazioni incomplete”. Di fatto, non sarebbero state fornite le dovute informazioni sulla titolarità effettiva dei conti e sulla provenienza dei soldi depositati. 
 

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