Credem al lavoro per l’innovazione aziendale

Identificare i punti di debolezza di un’azienda, definire delle strategie per far evolvere l’organizzazione rendendola capace di affrontare al meglio le difficoltà del contesto economico e quali strategie può adottare un’impresa per trarre vantaggio dall’incertezza. Sono solo alcune delle aree di indagine al centro dell’incontro che sarà ospitato da Credem sabato 23 marzo presso Scuola Credem, la struttura di formazione permanente dell’istituto in Via Emilia Ospizio 82 a Reggio Emilia. Si tratta in particolare della sesta tappa dell’Agile Business Day On Tour, una nuova esperienza che porta grandi professionisti nel campo dell’agile e non solo a condividere le loro conoscenze in brevi workshop itineranti, per mostrare il potenziale di queste tecniche più da vicino. Agile Business Day è l’unica conferenza Italiana di respiro internazionale che copre a 360 gradi i temi dell’agilità intesa a livello di business, organizzativo, tecnico e umanistico che quest’anno si svolgerà il 13 e 14 settembre a Venezia.

Per Credem, scegliere di ospitare questo incontro presso il proprio centro di formazione permanente ha l’obiettivo di porsi come interlocutore di riferimento per il territorio non solo in ambito bancario ma anche per quanto riguarda le tematiche di innovazione del business.

“Negli ultimi anni”, ha dichiarato Piergiorgio Grossichief innovation officer di Credem“siamo stati invasi da quella che tanti chiamano rivoluzione digitale: un cambiamento epocale che ai più pare tecnologico ma che si dimostra essere molto più profondo, una vera rivoluzione di pensiero e comportamento. In questo contesto”, ha proseguito Grossi, “le aziende che sapranno porsi come un soggetto aperto e collaborativo potranno accedere ad un enorme bacino di conoscenza: quanto più saranno in grado di integrarsi e dare il proprio contributo, tanto più potranno crescere. In quest’ottica Credem sta iniziando una serie di iniziative di open innovation di cui questo corso è un esempio: le porte di Scuola Credem si apriranno ad un evento su un tema di frontiera come l’antifragilità. Si apriranno per la prima volta ad una platea di persone mista, fatta di dipendenti del Gruppo Credem e di persone che vorranno partecipare”.

Nel dettaglio, il workshop sarà tenuto da Giovanni Puliti che lavora come consulente nel settore dell’IT da oltre 20 anni. Nel 1996, insieme ad altri collaboratori crea MokaByte, la prima rivista italiana web dedicata a Java. Da diversi anni ha abbracciato le metodologie agili offrendo il suo supporto come coach agile. L’obiettivo sarà fornire indicazioni utili sia per portare l’agilità all’interno della propria organizzazione, sia per disporre di un altro modo per raccontare cosa sia agile ai colleghi o ai clienti. Dopo una introduzione sulla teoria dell’antifragilità, sarà presentato un framework utile per identificare i punti di debolezza della propria organizzazione e poter definire un piano di trasformazione in ottica antifragile. L’obiettivo è stimolare nuove idee e fornire strumenti utili per provare a cambiare in meglio la propria azienda, a tradurre in modalità operative questo tipo di indagine e di riflessione. I partecipanti potranno apprendere alcune pratiche utili a comprendere che cosa significhi, in concreto, “antifragile”, e come questo concetto possa diventare un valido strumento di orientamento per far evolvere la propria organizzazione attraverso le difficoltà, le incertezze e le prospettive volubili che caratterizzano in questi anni il mondo aziendale e produttivo. Un sistema antifragile, infatti, è tale se riesce a migliorare in contesti dominati dall’incertezza. Essere antifragili vuol dire non solo saper resistere alle perturbazioni esterne, ma soprattutto avvantaggiarsene, intervenendo sugli aspetti che evidenziano fragilità e cambiarli per trasformare la propria organizzazione verso un sistema antifragile.

“Oggi viviamo in una società dove sempre più le debolezze vengono emarginate, e si richiede di essere resistenti ed efficaci”, ha dichiarato Giovanni Puliti. “Ebbene noi pensiamo che da queste potenziali debolezze nasca la cultura dell’intelligenza emotiva”, ha aggiunto Puliti, “e che quanto tende ad essere emarginato dalla frenesia moderna sia invece solida roccia dove costruire le basi per relazioni efficaci, essere flessibili ed adattabili alle situazioni, mutare queste debolezze in elementi solidi ed antifragili: che migliorano dai propri punti deboli. E ciò che vale per le persone, vale anche per le aziende”.

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