Banca Mediolanum, i perché della fine di un’era

La notiza è sulla bocca di tutti, sulle prime pagine di tutto il Paese: Ennio Doris lascia la presidenza della sua Banca Mediolanum. Su Il Sole 24 Ore, in un’intervista senza esitazioni concessa a Stefano Righi, l’ex numero uno nonché fondatore di Mediolanum ha spiegato i motivi della scelta.

Sono passati quarant’anni dopo il famoso incontro con Berlusconi a Portofino, da cui nacque il 2 febbraio 1983 Programma Italia e nel 1997 Banca Mediolanum. Il passo indietro di Ennio, 81 anni, è quasi fisiologico. Doris sarà presidente onorario, in attesa che il consiglio di amministrazione individui entro fine mese il nuovo presidente, mentre il mandato manageriale rimane senza dubbi in mano al figlio Massimo Antonio.

“Ho 81 anni” dice Doris, “Un’azienda delle dimensioni di Banca Mediolanum richiede molte attenzioni. Da presidente onorario potrò ancora utile, facendo le cose mi piacciono di più e dedicandomi anche alla famiglia. Sono stato fortunato: non si trova spesso un padre a cui succede un figlio con le medesime caratteristiche”.

I piani di accumulo, dice Righi, per voi la ricettà della felicità. E l’ex numero uno non ha dubbi: “L’Italia ha scontato delle decisioni politiche negative. Per 50 anni l’investimento azionario è stato penalizzato. Abbiamo perso grandi opportunità con le pmi. C’è voluto Renzi, nel 2017, per dare vita ai pir. I piani di accumulo sono uno strumento straordinario: combattono l’emotività”.

Poi Doris non si risparmio nemmeno di dare la propria visione sulla questione Generali-Mediobanca: “Nagel ha fatto un lavoro straordinario. E Donnet pure. Se prendiamo gli ultimi 40 anni di Generali, il ritardo nei confronti dei competitor europei è ampio. Ma se consideriamo gli ultimi cinque anni le Generali hanno fatto molto bene. Resta della strada da fare, ma funzionano bene”. E anche Unicredit-Mps: “Ritengo sia la migliore opportunità per Mps. Unicredit è un gruppo internazionale, in grado di intervenire con le migliori soluzioni nelle cose che servono ai Montepaschi. Non so davver quale potrebbe essere un’alternativa”.

“Gli aiuti alle imprese e alle famiglie in questo momento sono determinanti. L’Italia ha avuto una così ampia dotazione grazie alla credibilità di Draghi. Dobbiamo farne tesoro e, prima ancora, realizzare le riforme richieste. Non abbiamo molto tempo”, conclude Ennio Doris.

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