I titoli del comparto bancario europeo hanno reagito positivamente al set di risultati delle banche Usa (JP Morgan, Citi, BofA).
Secondo gli analisti di Equita, l’elemento più confortante è stata la tenuta della qualità degli attivi e i buy-back, che rappresentano dei messaggi incoraggianti sulle prospettive dell’economia nei prossimi trimestri.
Sul fronte del margine d’interesse, invece, le indicazioni sono state peggiori delle attese, ed è l’elemento che a detta della Sim milanese andrà maggiormente monitorato nei prossimi trimestri per le banche europee, anche perché il punto di partenza in termini di performance e valutazione è decisamente diverso.
Nello specifico, negli ultimi sei mesi, le banche europee e italiane hanno performato decisamente meglio rispetto a quelle Usa (rispettivamente +44/+53% vs. +11%) alla luce del maggior peso sul totale ricavi del business IB da parte delle banche Usa, oltre a valutazioni più ricche rispetto alle banche EU/IT (P/E medio JPM/BofA/Citi 10x vs. 7.5x banche italiane, P/BV 1x vs 0.6x).
Secondo Equita, anche per le banche italiane i temi principali da monitorare in occasione dei risultati del quarto trimestre 2022 saranno relativi all’evoluzione dell’NII e dell’asset quality. A oggi le banche italiane non hanno accelerato sul fronte del costo della raccolta, che si è mantenuto su livelli modesti. Il rischio tuttavia è che, a fronte del rischio di riduzione dei depositi da parte della clientela a fronte di forme di investimento più remunerative, le banche siano costrette a riconoscere tassi più alti sui depositi rispetto a quanto scontato attualmente sulle sensitivity (che tipicamente ipotizzano un deposit beta in area 30%).
Se emergesse chiaramente un beneficio da rialzo dei tassi inferiore rispetto a quanto inizialmente previsto, coniugato con indicazioni non chiare sul fronte dell’evoluzione del costo del rischio, Equita prevede un rischio downside post risultati.