Consulenti, le donne investono come Socrate

Se nei salari le donne continuano ad essere penalizzate rispetto ai colleghi maschi, a parità di ruolo e mansioni, nell’approccio con il denaro e con gli investimenti sembrano emergere alcune novità forse finalmente sorpassate.

Tra tutti, la convinzione che le donne chiedano a mariti e compagni di indirizzarle verso le scelte d’investimento in quanto poco fiduciose in se stesse e con una scarsa cultura finanziaria. Come sostiene Sonia Ceramicola, co-fondatrice di Teseo, Ente di ricerca e formazione specializzato nel settore finanziario, la cultura finanziaria non dipende dal genere, ma da una molteplicità di fattori, sia per gli uomini, sia per le donne: età, livello di istruzione, cultura di riferimento, disponibilità economica e perfino dallo status sociale.

L’apparente mancanza di autostima delle donne, invece, è uno stereotipo da dimenticare in quanto privo di fondamento. A dirlo sono ricerche svolte a livello nazionale: sull’intero campione di donne intervistate, solo il 32,7% ha dichiarato di avere buone conoscenze sui temi di finanza personale, analizzando le risposte su base anagrafica, la percentuale sale al 38,6% per le donne con età compresa tra i 35 e i 44 anni, mentre scende al 30,8% tra quelle con età tra i 55 e 64 anni e crolla al 30,2% per le over 65.

“Per fare un investimento consapevole non basta una buona cultura finanziaria: è indispensabile avere anche autonomia economica che, oggi, manca alla maggioranza delle donne” ha detto Ceramicola.
Secondo una recente indagine quasi il 40% delle giovani tra i 25 e i 44 anni dipende economicamente da genitori o partner, mentre tra le più adulte il 30% con età compresa tra i 45 e i 54 anni e il 40% delle over 55 non possono contare su un reddito personale.

Da sfatare anche il falso mito che le donne non abbiano fiducia in se stesse. “Le donne con cultura elevata ed autonomia economica tendono a condividere le scelte, non tanto per sfiducia in se stesse, ma perché ritengono che la gestione degli investimenti sia caratterizzata da complessità e, quindi, la condivisione e il confronto con un partner o con un professionista sono importanti momenti di arricchimento” ha proseguito Ceramicola.

Falso anche che, nell’approccio all’investimento, le donne siano guidate dall’emotività: “In realtà le investitrici chiedono di capire nel dettaglio le soluzioni suggerite e le motivazioni di tali suggerimenti. Al consulente, quindi, chiedono anche formazione”.

Contrariamente a quanto succede – spesso – con gli uomini, le donne hanno un approccio “socratico”, cioè ammettono di non sapere e vogliono colmare le loro lacune. Per questo cercano un servizio di consulenza personalizzato e un professionista in grado di rassicurarle sulla bontà delle scelte, in quanto più orientate a un approccio responsabile e di buon senso.

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