Cari consulenti, più siete scemi e meglio è

Pubblichiamo di seguito una lettera inviataci da un nostro lettore e destinata sicuramente a fare discutere. Se volete replicare o inviarci semplicemente il vostro punto di vista da pubblicare sul sito, scriveteci a [email protected]

Gentile redazione, torno a scrivervi, dopo averlo fatto già in passato, in seguito a una lettura che mi è apparsa su LinkedIn. Il post riportava un vecchio (ma direi sempre attuale) articolo de Il Fatto Quotidiano intitolato così: “Il tuo obiettivo è la carriera? Ok devi sembrare un’idiota”. All’interno del pezzo troviamo passaggi che voglio sottolineare perché mi servono per il ragionamento che voglio proporvi. Eccoli:

“Il pensiero acritico e irriflessivo, l’ottimismo cieco, è molto applaudito nelle imprese. Le persone intelligenti mettono in discussione le cose, imbarazzando le persone che accettano l’ordine aziendale per interesse”
“Nascondere la polvere sotto il tappeto aiuta l’armonia”
“Schivare i problemi è un toccasana per l’umore aziendale. Mentre la barca affonda, gli yesman guadagnano i favori dei piani alti”.

Ebbene, ve lo confesso, io credo che queste affermazioni, per quanto forti, contengano un bel po’ di verità, specie in quelle realtà medio-piccole gestite solitamente in maniera padronale, dove c’è un grande capo che non vuole sentire altro che la propria stessa voce. Lo dico a ragion veduta, dato che prima di trovarmi nella mia attuale mandante, ho fatto il consulente in alcune realtà medio piccole. Se devo essere sincero, anche nella mia attuale realtà rivedo episodi di questo tipo, specie nei microteam manageriali, ma quando si tratta di società strutturate, la collegialità delle decisioni riesce in parte a tamponare questa distorsione. Ad ogni modo, senza volere eccessivamente celebrare le frasi fatte e dando per scontato che ogni caso è a sé, io credo che spesso nel caso di dirigenza eccessivamente egoriferita e poco illuminata, essere scemi, passatemi il termine, possa aiutare a farsi apprezzare. Ne ho visti di colleghi portati in carrozza, anche con portafogli marginali, solo perché ridevano a ogni ca**ata che sparava il manager… Certo, alla fine c’è il cliente e quello, se sei scemo, difficilmente lo conquisti (ma non sempre, dipende se è scemo pure lui…). Comunque sia credo che questo articolo possa essere utile per riflettere su alcune prassi lavorative tipicamente italiane, dato che siamo un paese che veleggia ancora sul modello dell’imprenditore factotum. Saluti.

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