Fondi Pir: le stime di Intermonte

I dati di Assogestioni relativi al 1° trimestre sui Pir mostrano 779,1 milioni di euro di deflussi, superiori al dato dell’intero 2022 (733,8 milioni di euro): un risultato decisamente più negativo delle attese, che ha indotto Intermonte a rivedere le stime per l’anno in corso, prevedendo deflussi pari a 1,5 miliardi di euro.

Le previsioni di Intermonte, seppur riviste al ribasso, confermano le aspettative di un miglioramento dei numeri nel secondo semestre 2023: “Se si guarda alle cause dei riscatti dai fondi PIR, si può certamente ipotizzare che molti investitori, per via delle performance positive alla scadenza dei cinque anni (periodo di investimento minimo necessario per godere dei benefici fiscali sulle plusvalenze), abbiano deciso di incassare per poter indirizzare i propri risparmi verso altri fondi e mercati”, fanno notare da Intermonte.

Secondo la stampa, il Governo italiano starebbe studiando un emendamento per consentire agli investitori di detenere più di un piano di risparmio personale (PIR). Il piano non comporterebbe alcun costo aggiuntivo per il Governo, poiché il tetto di investimento di 40mila euro all’anno per persona (o 200mila euro in cinque anni).  rimarrebbe invariato.

“Accogliamo con grande favore questa iniziativa, che, se approvata, pensiamo possa rilanciare gli afflussi verso i fondi PIR, in quanto il vantaggio di diversificare su più prodotti PIR potrebbe aumentare gli investimenti dei singoli”, affermano da Intermonte, che aggiungono: “Nel lungo termine, le nostre ipotesi si basano sull’aspettativa che l’interesse per questo prodotto rimanga piuttosto elevato grazie al beneficio fiscale e, dal punto di vista del distributore, al fatto di poter contare su un impegno a lungo termine da parte dell’investitore”.

Le principali ipotesi alla base delle attuali stime di Intermonte sono le seguenti:

  • Per il 2023, si ipotizza una raccolta lorda di nuovi sottoscrittori di PIR pari a 300 milioni di euro.
  • Per quanti sottoscrivono Pir in modo continuativo, si prevede che la raccolta complessiva nel secondo anno sarà pari a una parte della somma accantonata nel primo anno (dal 35% al 40% nel nostro modello); nei restanti anni (cioè dal terzo al quinto anno) si prevede una raccolta stabile, pari in media al 50% degli investimenti effettuati nel secondo anno.
  • Infine, Intermonte che l’ammontare del capitale che verrà ritirato dagli investitori che decideranno di uscire dal fondo prima del termine dei cinque anni (per qualsiasi motivo) sarà pari a circa il 15% degli Assets under Management nel 2023 e oltre.

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