Unicredit riesce a rassicurare gli analisti di Goldman Sachs

CRESCE APPETITO PER NPL ITALIANI – Qualcosa sta cambiando sul mercato dei crediti deteriorati italiani, o almeno questo è quanto hanno dato ad intendere i top manager di Unicredit nella conference call a commento di una trimestrale solida che non ha mostrato eccessive sorprese rispetto a quanto mediamente il mercato si attendeva. Secondo gli uomini di Unicredit, infatti, vi sarebbe un “crescente appetito” per gli Npl tricolori, con Eurocastle (controllata di Fortress Investments Group che lo scorso anno ha rilevato le attività di UniCredit Credit Management Bank, poi ridenominata doBank) “attivamente impegnata con quattro portafogli per un valore lordo di libro complessivo di circa 14,1 miliardi di euro”.

GOLDMAN SACHS CONFERMA BUY – La notizia è stata accolta positivamente dagli analisti che hanno partecipato alla conference call, tanto che oggi Goldman Sachs ha ribadito il proprio “buy” su Unicredit (che secondo indiscrezioni che circolano da mesi starebbe lavorando alla cessione di un portafoglio da complessivi 20 miliardi di Npl), inserito nella lista dei titoli da “comprare con convinzione” con un target price a 12 mesi di 3,70 euro contro i 2,265 euro attuali). Vale peraltro la pena di sottolineare come un eventuale peggioramento del rating sovrano italiano (stasera Standard & Poor’s aggiornerà il suo giudizio), o un peggioramento del quadro macroeconomico o regolamentare, potrebbero pesare sul titolo e portare gli analisti a rivedere le proprie valutazioni.

NESSUN PROBLEMA DA NUOVI CRITERI CONTABILI – Anche per quello, probabilmente, nel corso della conference il management di Unicredit ha voluto sgombrare il campo da alcuni timori relativi ai nuovi requisiti di capitale: nel complesso, secondo i manager, essi non dovrebbero assorbire molto più capitale di quelli attuali e comunque dovrebbero poter essere soddisfatti grazie alla futura generazione di capitale, mentre anche il nuovo modello di classificazione e misurazione degli strumenti finanziari imposto dall’Ifrs 9 (standard che dal primo gennaio del prossimo anno dovrà essere adottato al posto dello Ias 39) dovrebbe risultare “molto gestibile”.

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