Trump minacci nuovi dazi, la Cina potrebbe non limitarsi a difendersi

Torna a salire la tensione Usa-Cina

Donald Trump minaccia l’ennesima ondata di dazi (il 10% su merci e servizi per un controvalore totale di 200 miliardi di dollari), nonostante i dati indichino che i dazi stessi non abbiano portato alcun decremento delle importazioni negli Usa (che anzi sono tornate a crescere dopo un lieve rallentamento nei primi tre mesi dell’anno), né hanno favorito un incremento dell’export americano (rimasto stabile). Ma la Cina stavolta potrebbe non limitarsi a giocare in difesa e potrebbe decidere di non prendere parte a ulteriori trattative commerciali proposte dagli Usa se prima la minaccia non rientrerà.

Pechino ha capito il gioco di Trump

“Non è una novità che gli Usa tentino di far salire la tensione per cercare di ottenere maggiori vantaggi ai tavoli negoziali” nota oggi il Global Times, quotidiano che fa capo al Partito Comunista Cinese. Ieri intanto l’ex ministro delle finanze e attuale presidente del National Council for Social Security Fund, Lou Jiwei, parlando ad un forum ha sottolineato come Pechino potrebbe ribattere non solo aumentando a sua volta le tariffe sulle importazioni dagli Usa, ma anche restringendo i beni, materie prime e componenti “core” di produzioni americane.

Mercati cinesi sempre più in giù

Un approccio che segnerebbe un escalation nella guerra di nervi tra Stati Uniti e Cina e che preoccupa i mercati, in quanto potenzialmente in grado di danneggiare la crescita economica globale, aumentando i rischi di una nuova recessione. Così mentre il mercato di Tokyo resta chiuso per festività e così rinvia l’eventuale scivolone dell’indice Nikkei225, prosegue la caduta dei mercati cinesi con Shanghai che chiude a -1,11% e Shenzen a -1,54% e Hong Kong in calo dell’1,42%.

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