Investimenti, portafogli Moneyfarm: ecco cosa emerge dall’analisi

A oltre dieci anni dalla sua nascita, Moneyfarm, società internazionale di investimento con approccio digitale, fa il punto su costi del servizio e performance dei portafogli a 5 e 10 anni, grazie ad un’analisi comparativa condotta insieme ad Ascofind su dati Morningstar relativi a oltre 1700 fondi comuni paragonabili. Le performance delle gestioni Moneyfarm risultano sempre superiori a quelle dei principali peer considerati su tutti i livelli di rischio, a fronte di costi pari a circa la metà della media del settore.

L’analisi dimostra che la maggior parte dei portafogli Moneyfarm si posiziona nel primo quartile, ossia nel 25% dei fondi top performer, a ulteriore conferma della capacità della Società di ottenere rendimenti più alti della media sul lungo periodo per i propri investitori, con un’importante efficienza in termini di costi.

Ipotizzando un investimento iniziale di 100.000 euro, i portafogli Moneyfarm sia a 10 che a 5 anni hanno generato rendimenti netti annualizzati sempre superiori ai fondi comuni peer. Un risultato raggiunto non solo grazie ad un solido processo di investimento, all’attenta gestione attiva, all’elevata diversificazione e alle scelte tattiche di ribilanciamento per ridurre la volatilità dei mercati, ma anche grazie ai bassi costi degli strumenti sottostanti (ETF) e ai bassi costi di gestione applicati. Infatti, gli investitori Moneyfarm hanno sostenuto, in media, un costo pari a circa la metà dei fondi competitor (ossia in 10 anni 13.321 euro, contro i 28.771 euro degli altri; in 5 anni 5.133 euro, contro i 10.908 euro degli altri) con un importante extra rendimento dovuto alla minimizzazione dei costi del servizio.

Di seguito i rendimenti dei principali portafogli Moneyfarm a confronto con i peer group di riferimento, con orizzonte temporale a 10 e 5 anni, al netto dei costi. Sono qui riportati i portafogli Moneyfarm 3 (Conservativo), 5 (Moderato) e 7 (Aggressivo), i più rappresentativi delle classi di rischio. 

Performance a 10 anni – Rilevazione al 31 dicembre 2022

Performance a 5 anni Rilevazione al 31 dicembre 2022

Per valutare concretamente la differenza di costo tra i portafogli Moneyfarm e i fondi peer, si veda la comparazione di seguito. Moneyfarm applica costi annui fissi a seconda del capitale investito (1% per investimenti sotto i 20.000, fino a scendere allo 0,4% per investimenti oltre i 500.000 euro).

Le tabelle di seguito mettono a confronto la media dei costi, del rendimento lordo e di quello netto dei portafogli Moneyfarm e dei fondi peer.

Costi e rendimenti a 10 anni, capitale di 100.000 euro

Portafoglio in base al livello di rischio Rendimento lordo dopo 10 anni Totale costi dopo 10 anni Capitale netto dopo 10 anni
Moneyfarm P3 139.432 € 11.424 € 128.008 €
Peer Conservativo 134.130 € 21.461 € 112.669 €
Moneyfarm P5 168.881 € 13.584 € 155.296 €
Peer Moderato 161.344 € 28.252 € 133.092 €
Moneyfarm P7 227.770 € 17.801 € 209.969 €
Peer Aggressivo 199.490 € 36.600 € 162.889 €

Costi e rendimenti a 5 anni, capitale di 100.000 euro

Portafoglio in base al livello di rischio Rendimento lordo dopo 5 anni Totale costi dopo 5 anni Capitale netto dopo 5 anni
Moneyfarm P3 114.694 € 4.823 109.867 €
Peer Conservativo 106.040 € 9.005 € 97.035 €
Moneyfarm P5 126.296 € 5.215 € 121.081 €
Peer Moderato 117.057 € 10.911 € 106.092 €
Moneyfarm P7 142.763 € 5.754 € 137.008 €
Peer Aggressivo 131.006 € 12.810 € 118.195 €

Moneyfarm specifica che i dati non tengono conto delle commissioni di performance, che Moneyfarm non applica ma che alcuni fondi peer applicano regolarmente sull’extra rendimento. I valori sopra riportati, quindi, per alcuni fondi peer sono addirittura al lordo di alcuni costi e, di conseguenza, la differenza di capitale netto con i portafogli Moneyfarm potrebbe essere ancora maggiore.

Massimo Scolari, presidente di Ascofind, ha commentato: “L’analisi condotta insieme a Moneyfarm dimostra ancora una volta l’importanza di due tra i fattori più rilevanti per la valutazione di una strategia di investimento: l’orizzonte temporale e i costi sostenuti dagli investitori. Da un lato, infatti, i meriti di una strategia di investimento possono essere correttamente valutati solo in un orizzonte temporale di medio-lungo termine; dall’altro, la dimensione dei costi sostenuti dagli investitori può essere determinante per ottenere, soprattutto in un’ottica di lungo termine, risultati soddisfacenti e significativi”.

Andrea Rocchetti, Head of Investment Advisory di Moneyfarm ha commentato: “Siamo orgogliosi di aver generato rendimenti positivi per i nostri clienti nonostante la forte volatilità e l’incertezza che hanno caratterizzato i mercati finanziari (e non solo) nell’arco temporale preso in esame. Il fatto che i rendimenti dei nostri portafogli siano superiori a quelli dei peer di riferimento non solo dimostra l’alta qualità della strategia di investimento Moneyfarm, ma anche l’importanza della minimizzazione dei costi dell’investimento, che è parte integrante della nostra strategia. Ad aver beneficiato dei rendimenti positivi che mostriamo in questa analisi sono i clienti più lungimiranti, che sono rimasti investiti per tutto l’orizzonte temporale di riferimento: il comportamento dell’investitore è infatti fondamentale per consentire agli investimenti del risparmio gestito di esprimersi appieno, inclusi quelli con Moneyfarm, che ha una strategia orientata all’elevata diversificazione, all’orizzonte temporale di medio-lungo periodo, all’adeguatezza dell’investimento al profilo dell’investitore, all’utilizzo di strumenti finanziari a basso costo quali gli ETF e a una struttura di commissioni snella e trasparente. Tutto questo ha portato a risultati tangibili sin dalla nostra nascita, oltre 10 anni fa”.

La metodologia di confronto

L’analisi è stata effettuata in collaborazione con Ascofind sulla base di dati di Morningstar e ha analizzato le principali categorie di fondi distribuiti nel mercato italiano comparabili ai portafogli Moneyfarm.

In particolare, per il confronto sono state individuate le seguenti categorie di fondi bilanciati multi-asset Morningstar: Allocazione cauta globale in EUR (la componente azionaria non supera il 35% nella normale gestione del fondo) comparati con i P2 e P3 Moneyfarm; Allocazione moderata globale in EUR (la componente azionaria è generalmente compresa tra il 35% e il 65% nella normale gestione del fondo) comparati con P4 e P5 Moneyfarm; Allocazione aggressiva globale in EUR (la componente azionaria generalmente supera il 65% nella normale gestione del fondo) comparati con P6 e P7 Moneyfarm. Dal paniere sono stati esclusi i fondi con asset inferiori a 10 milioni di euro per evitare di includere piccoli portafogli non rappresentativi delle opportunità di investimento effettive. Sono stati inclusi, invece, i fondi non più disponibili per tenere conto del bias di sopravvivenza. Il totale dei fondi individuati per il confronto è di circa 1700.

Per ovviare alla difficoltà di valutare l’impatto delle commissioni di ingresso e uscita sulla performance dei fondi comuni – che spesso variano a seconda della dimensione e della durata dell’investimento e sono solitamente scontabili in fase di collocamento – è stata calcolata la media delle commissioni di ingresso e di uscita di tutti i fondi delle tre categorie multi-asset Morningstar, che equivale al 2,5%, e si è stabilito un coefficiente del 50% per tenere conto di eventuali riduzioni. Il costo medio per l’investitore considerato nell’analisi è pertanto dell’1,25% che, distribuito su un turnover medio dei fondi comuni bilanciati italiani pari a 26 mesi, implica un costo medio dello 0,6% all’anno (dato peraltro in linea con quello stimato da Banca d’Italia, che calcola l’incidenza delle commissioni di ingresso e di uscita sui fondi bilanciati allo 0,7%).

Considerando il diverso impatto fiscale che fondi comuni d’investimento e gestioni di portafogli possono avere sul rendimento finale, nell’analisi naturalmente non sono stati considerati in alcun modo gli oneri fiscali come da prassi nell’industria del risparmio.

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