BoJ: iniezione di liquidità

Durante la riunione di questa notte tenuta dalla Bank of Japan i tassi sono stati tenuti fermi allo 0.10% ma c’è stata la decisione di aumentare il programma di acquisto di bond per una cifra pari a 10 trilioni di yen, ovvero 128 miliardi di dollari americani. Questa decisione, che ha sorpreso la maggior parte degli analisti e degli operatori è arrivata dopo la decisione della Federal Reserve cha ha fissato il target dell’inflazione al 2% ed ha comunicato la possibilità di assistere ad un nuovo QE e rappresenta un chiaro segno di imposizione da parte della Banca Centrale, che vuole così mostrare la volontà di non arrendersi davanti alla deflazione (è stato fissato il target per l’inflazione all’1%) ed è identificabile come una mossa preventiva, per evitare ulteriori svalutazioni del dollaro nei confronti dello yen, un domani che dovessero venire modificate le quantità di biglietti verdi in circolazione.

La decisione è arrivata inaspettatamente e si va ad inserire all’interno di un turbinio di notizie che stanno continuando a bombardarci e a rendere i mercati volatili, infondendo ulteriore incertezza che sta pesando sul rischio, nonostante il biggest problem (Grecia) abbia trovato, per il momento, un accordo comunicato ai mercati nel week end. La decisione dell’istituto centrale fa sì che il fondo per l’acquisto di bond sia passato a 30mila miliardi e l’impatto sullo yen si è visto, senza tuttavia riuscire a vedere i prezzi oltrepassare la resistenza chiave di 78.30. L’indicatore proprietario di FXCM che analizza il posizionamento della clientela retail, lo Speculative Sentiment Index aveva mostrato segni di alleggerimento sul UsdJpy, portandosi a poco più di 6 posizioni lunghe per ogni posizione corta, un bel segnale dopo i forti sbilanci raggiunti quando i prezzi si trovavano in area 76.00, indicandoci che il sentiment di mercato rimane sbilanciato sul lato long, senza tuttavia mostrare una così chiara concertazione verso ulteriori salite, così come accadeva non più tardi di una decina di giorni fa.

Lo stesso indicatore ci sta mostrando ancora forti squilibri sull’EurChf, che come vedremo tra poco, potrebbe provare ad estendere i ribassi in quanto il mercato retail risulta essere fortemente sbilanciato a favore di una ripresa della moneta unica europea contro il franco svizzero. Moneta unica che questa mattina risulta essere sotto pressione dopo il nuovo taglio di rating ad alcuni Paesi europei tra cui l’Italia di Moody’s e dopo l’asta dei bot italiani, che ha visto rendimenti in calo anche se il bid to cover fin’ora comunicatoci risulta essere un po’ deludente, anche se molto probabilmente è stato causato da un problema tecnico che avrebbe fatto pervenire molte richieste oltre il termine ultimo accettato.

Dal punto di vista tecnico, se diamo uno sguardo all’EurUsd, notiamo come in nottata si siano raggiunti i livelli di supporto di breve periodo, violati proprio nel momento in cui scriviamo. Se dovesse essere confermata la rottura su base oraria ci sarebbe la possibilità di assistere a nuovi tentativi di ribasso che potrebbero prioettare la quotazione verso 1.3100 ed 1.3050, movimento che verrebbe aiutato nel caso in cui le borse ed il rischio in generale dovessero subine una brusca frenata in mattinata. Un ritorno sopra 1.3175 riaprirebbe le strade verso 1.3230. Molto bello lo strappo del UsdJpy a rialzo, che ha portato il cambio al test delle prime resistenze di breve periodo in area 78.00. Ci stiamo avvicinando alle resistenze di medio periodo che passano per 78.30 ed una rottura di esse potrebbe far palesare un’accelerazione che potrebbe essere anche di una figura, a differenza dei salti di 25 punti in 25 punti che ci ha abituato a vedere durante il tentativo di risalita ordinata, ben visualizzabile su un grafico orario.

L’EurJpy continua a rimanere in una situazione ibrida, visti i movimenti dei suoi cambi principali, e ci restituisce livelli da poter sfruttare su eventuali rotture intorno a 102.65 e 102.40. I punti di supporto più importanti passano intorno a 102.00, mentre le resistenze sono poste intorno al 103.00 103.25, livello raggiungibile in caso di rottura di 102.85.  Per quanto concerne la sterlina inglese contro dollaro, si sta muovendo nella stessa direzione della moneta unica e sta tentando di rompere. Nell’area di 1.5735 passano i punti di resistenza di breve che potrebbero contenere il tentativo di ripartenza della sterlina, che se dovesse rompere a ribasso i minimi della notte a 1.5685 potrebbe estendere verso 1.5600.

Bella la reazione del UsdChf, che dopo aver rimbalzato sui minimi a 0.9100, senza riuscire anche questa volta a violarli, ha raggiunto 0.9200, area di resistenza di brevee. Potrebbe palesarsi la possibilità di rimanere in laterale proprio tra questi due livelli e soltanto se le borse dovessero andare male sia durante la sessione europea che all’apertura americana potremmo assistere ad accelerazioni del dollaro tali da raggiungere 0.9250 (gli acquisti di dollari sono stati generalizzati su tutto, basti guardare il dollari index, tornato sopra i 9.800 punti). Terminiamo con l’EurChf, in discesa verso 1.2060, l’AudUsd che sembra voler puntare nuovamente ai minimi di venerdì in area 1.0650 ed il UsdCad in viaggio verso 1.0035, tutte aree di potenziali frenate per il mercato e che se violate porterebbero a violente accelerazioni (come sempre, attenzione al posizionamento degli stop loss intorno a quei punti per evitare di prendere false rotture).
 

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