Forte volatilità sul dollaro in attesa di minute Fed e Jackson Hole

A cura di Filippo Diodovich, market strategist di IG
Tanta volatilità sul dollaro. Avvio di settimana in forte calo per le quotazioni del biglietto verde sulla scia delle dichiarazioni del governatore della FED John Williams dei giorni scorsi. Il numero uno della Federal Reserve Bank di San Francisco aveva, infatti, sostenuto l’ipotesi di un cambio radicale nei target di inflazione delle banche centrali. Secondo Williams l’obiettivo del 2% non è realistico in un contesto economico attuale. Cambiare gli obiettivi su inflazione darebbe maggiore spazio di manovra alle banche centrali con le politiche monetarie accomodanti.
Nella seduta odierna le quotazioni della valuta statunitense sembrano aver seguito un andamento da ottovolante.  Abbiamo assistito a un precipitoso deprezzamento nella prima parte della sessione sulla valutazione che la FED considerati i recenti, deboli, dati macroeconomici non interverrà sui tassi prima del 2017. Diverso andamento nella seconda parte dopo i commenti “hawkish” del governatore della FED di New York William Dudley.
Dudley ha infatti aperto lo spiraglio a un possibile ritocco dei tassi già nel meeting del FOMC di settembre. Le probabilità implicite calcolate sull’andamento dei prezzi dei future sui FED funds su un possibile rialzo a settembre erano inferiori al 10% prima delle dichiarazioni di Dudley sono salite al 18% dopo l’intervento del governatore.
Nonostante i commenti “hawkish” di Dudley riteniamo che le possibilità di un incremento dei tassi nel 2016 siano molto vicine allo zero. I dati macroeconomici stanno confermando come l’economia americana abbia mostrato un rallentamento importante. Le cifre sintetiche più significative (crescita PIL e inflazione) hanno deluso le aspettative degli addetti ai lavori. Oggi l’andamento dei prezzi al consumo nel mese di luglio è risultato inferiore alle attese del consensus.
Le dichiarazioni dei membri della FED stanno portando al momento solamente tanta volatilità. Guardando agli indicatori che cercano di calcolare la volatilità bisogna tornare alla seduta del 29 luglio per trovare oscillazioni così forti del biglietto verde sui mercati valutari.
Il cambio eurodollaro nelle contrattazioni asiatiche quotava a 1,1180 fino a salire a un massimo intraday a 1,1323 nel momento della pubblicazione dei dati su inflazione (ora quota a 1,1280).
Domani sarà un’altra giornata importante con la pubblicazione delle minute dell’ultimo meeting del FOMC. Riteniamo tuttavia che per avere indicazioni più concrete sulle prossime mosse della principale banca centrale mondiale sarà necessario attendere il meeting di Jackson Hole nello Wyoming che si terrà il 26 agosto. Nel summit tra banchieri centrali la Yellen potrebbe trovare il momento ideale per dare maggiore chiarezza sulle reali intenzioni della FED.

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