Ancora long sulla sterlina ma la Fed potrebbe rovinare la festa

A cura di Yann Quelenn, analista di Swissquote

A pochi giorni di distanza dal flash crash che ha mandato la sterlina a tappeto sotto 1,20 rimaniamo preoccupati dal fatto che non sia ancora stata individuata alcuna ragione oggettiva che possa aver generato tale violento ribasso. Certo, potremmo sempre accusare gli algoritmi, ma perchè allora proprio mentre erano aperti i mercati asiatici? Altre indiscrezioni ci portano a pensare che sia stato un cosiddetto “fat finger”, ovvero un errore singolo, a provocare la voragine.

Per quanto riteniamo l’intera situazione alquanto inquietante poichè mette a nudo la (micro) struttura stessa sulla quale si basa il mercato Forex, essa non basta a mettere in questione la nostra visione sulla sterlina, anzi la considerariamo una buona occasione per gli investitori di ritornare lunghi sulla valuta Britannica. Come sapete, riteniamo altamente esagerati i timori riguardanti la Brexit così come non abbiamo vissuto le scene di panico (come invece ci era stato prospettato) nei giorni che hanno seguito il referendum di giugno.

Se dunque la Brexit non è la fine del mondo, la svalutazione del pound avrà come conseguenza un boom delle esportazioni UK per i prossimi mesi, mentre già assistiamo ad un ridimensionamento consistente dei prezzi delle case inglesi, la cui crescita è risultata la più bassa degli ultimi tre anni.

Tutto oro quello che luccica? Non proprio direi. L’attenzione ora va rivolta all’atteggiamento della banca centrale americana che, se dovesse rivelarsi più rialzista del previsto, potrebbe suonarle di santa ragione alla povera sterlina. E’ una situazione che non si è mai verificata negli ultimi vent’anni, ma non dimentichiamoci che la ricerca di credibilità da parte della Fed potrebbe cogliere il mercato di sorpresa.

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