Regno Unito, tagli alle imposte e altre novità interessanti per l’IT

A cura di Morningstar

“Non siamo mica gli americani”. Ricorda una vecchia canzone di Vasco Rossi l’understatment con cui, nel Regno Unito, il Cancelliere dello scacchiere (la definizione che usano Oltremanica per definire il Ministro delle finanze) Philip Hammond ha presentato il cosiddetto Autumn statement (l’aggiornamento del piano finanziario del governo): niente annunci roboanti di tagli alle tasse o di corposi investimenti pubblici sullo stile del presidente eletto degli Usa Donald Trump, ma indicazioni mirate per aumentare la produttività e dare una mano, anche dal pinto di vista fiscale, a determinati settori. E gli analisti si sono messi al lavoro per capire quali segmenti dell’economia UK ne beneficeranno.

Il taglio alle imposte
Hammond ha cercato di seguire la strada percorsa dal suo predecessore George Osborne promettendo un taglio del 3% alle imposte sui profitti delle società portandoli al 17% entro il 2020. Secondo le stime del Ministero del tesoro questo farà risparmiare alle aziende 6,7 miliardi di sterline. Nessun riferimento è stato fatto all’altra promessa di Osborne, fatta a luglio subito dopo il referendum che ha sancito il Brexit, di arrivare al 15%. “Con il taglio confermato da Hammond, in ogni caso, le aziende domestiche avranno vantaggi in termini di flussi di cassa e di maggiori utili per azione”, spiega Cherry Reynard, analista di Morningstar. “Il Regno Unito potrebbe anche diventare un posto interessante per gli investitori stranieri. Consideriamo anche che ora comprare asset del paese o impiantare un’attività è più conveniente rispetto al periodo pre-Brexit grazie al calo della sterlina”.

Occhio all’IT
Uno dei segmenti su cui si è concentrato il cancelliere è stato quello delle infrastrutture con 1,3 miliardi di sterline messe a bilancio per il miglioramento della rete stradale nazionale e un altro miliardo per creare “una rete digitale di prim’ordine”. “Il secondo punto, in particolare, è interessante per chi investe nelle aziende tecnologiche”, dice Reynard. “La cifra non è esagerata, ma indica un interesse del governo di Sua Maestà per il settore che potrebbe tradursi in maggiori investimenti futuri e in una spinta delle quotazioni”. Leggendolo con la lente delle categorie Morningstar il piano potrebbe interessare soprattutto i fondi del comparto UK small cap che, mediamente, hanno un’esposizione al settore IT che sfiora il 17%. Fra gli strumenti venduti in Italia uno di quelli più interessanti in questo senso è Threadneedle Investment Funds – Threadneedle UK Smaller Companies Retail Net GBX Inc che ha un’esposizione al settore IT del 20%.

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