Fincantieri, troppa incertezza frena il titolo

A guardare l’andamento degli ordini, con 6,6 miliardi di euro di nuove commesse siglate solo nei primi sei mesi dell’anno, Fincantieri dovrebbe avere il vento in poppa. Invece il titolo apre la settimana in deciso calo, sotto i 97 centesimi per azione, sempre più distante dagli 1,29 euro di picco toccati il 27 febbraio scorso (oltre che dagli 1,52 euro superati il 21 settembre dello scorso anno).

Parte delle motivazioni della discesa sono legate alla semestrale

Se è vero che lo shipbuilding ha visto un incremento della marginalità nel secondo trimestre (al 12,6%) grazie all’accelerazione del settore militare (due navi per la marina militare italiana, in attesa di conoscere l’esito della gara per la Us Navy, atteso tra circa un anno) e alla crescita dei prezzi delle navi da crociera, con la conferma di una previsione di crescita “high single-digit” per l’intero anno, è anche emerso che l’assorbimento di capitale legato alle consegne da effettuare nel primo semestre del prossimo anno produrrà un temporaneo peggioramento della posizione finanziaria netta.

L’andamento del settore della cantieristica navale

Inoltre il comparto offshore continua a soffrire a causa dell’elevata competitività e di una domanda modesta, con sottoutilizzo della capacità produttiva specialmente in Norvegia (con la controllata Vard), tanto che nel trimestre appena iniziato si prevede una ulteriore perdita operativa, peraltro più contenuta di quella del secondo trimestre grazie al piano di ristrutturazione di Vard che prevede il raggiungimento del breakeven tra il quarto trimestre 2019 e il primo trimestre 2020.

Le raccomandazioni degli analisti su Fincantieri

Dopo la semestrale gli analisti di Equita Sim, che hanno confermato il giudizio neutrale (hold) e limato a 1,25 il target price, hanno ridotto le attese di utile netto rettificato di 20 milioni per quest’anno e di 10 milioni per il 2020, per maggiori svalutazioni e ammortamenti oltre che per i oneri finanziari, anche alla luce del maggiore debito atteso dal management.

Soprattutto, notano gli esperti, rimane bassa la visibilità della divisione offshore, “anche alla luce del limitato order intake (57 milioni nel primo semestre 2019)”. La ristrutturazione ancora in corso di Vard e le attese sui flussi di cassa hanno indotto anche gli analisti di Kepler Cheuvreux a limare il prezzo obiettivo sul titolo da 1,3 a 1,2 euro, pur rimanendo positivi sullo stesso (“buy”).

Dimissioni di Bono?

Oltre all’aggiornamento delle stime e delle attese per i risultati futuri, su Fincantieri pesano però ulteriori incognita politici. In una intervista sulla stampa l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, è arrivato a minacciare le dimissioni se il governo italiano facesse ricorso al “golden power” per impedire la realizzazione delle joint-venture con Naval Group nel settore della cantieristica militare.

Un’alleanza che il manager giudica “indispensabile” per poter competere con successo a livello globale e che si intreccia con l’acquisizione del controllo dei Chantiers de l’Atlantique (già Stx France), che ancora deve essere approvata dall’Antitrust Ue ha ricordato Bono lamentandosi della lentezza del processo autorizzativo (pur dicendosi fiducioso di un suo esito positivo) che scoraggia la creazione di campioni europei nel settore. Essendo difficile che un top manager possa giungere a minacciare le dimissioni senza motivo, vi è dunque da ritenere che l’alleanza con Naval Group possa ancora incontrare ostacoli a livello politico in Italia, almeno quanto l’operazione con Chantiers de l’Atlantique ha incontrato per mesi in Francia.

Nel complesso comunque sul titolo Fincantieri gli analisti restano positivi (tre i “buy” sul titolo, oltre a un “outperform” e un solo “hold”) indicando un target price medio di 1,30 euro che evidenzia un potenziale rialzista del 30% circa dagli attuali livelli.

Il quadro tecnico di Fincantieri

Il titolo tratta inoltre poco più di 12 volte gli 8 centesimi di utile per azione mediamente previsti a fine anno e gli analisti tecnici indicano un trend neutrale di breve periodo, sottolineando come la recente discesa dei prezzi non sia stata accompagnata da volumi significativi. Primi supporti sono segnalati a 97 e poi a 96 centesimi per azione, mentre in caso di rimbalzo si potrebbero raggiungere le resistenze a 1,03-1,04 euro. In attesa di una più chiara configurazione tecnica il consiglio è di limitarsi a monitorare il titolo.

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

 

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