Private equity, investimento a prova di crisi

Anche il private equity risente della crisi finanziaria in corso ma a differenza di altri tipi di investimenti, i gestori continuano ad attrarre nuovi capitali e provano ad aggirare la crisi scovando nuove aree su cui investire. 

«Storicamente il private equity offre un’esposizione bassa o poco correlata con i mercati finanziari» esordisce Luca Salvato, investment principal di Coller Capital, operatore leader nel secondary private equity, società autrice dell’ultimo Global Private Equity Barometer.
Secondo l’indagine che raccoglie i progetti e le opinioni di investitori istituzionali che operano nel Nord America, in Europa e nell’area Asia – Pacifico, il 75% degli investitori istituzionali é preoccupato che i gestori dei fondi possano selezionare strategie o aree geografiche sulle quali abbiano poca esperienza.
Questo rischio é sentito in modo particolare dagli investitori nordamericani, dove l’84% di loro ritiene che tale tendenza possa mettere a rischio le performance. Gli investitori, comunque, sono pienamente consapevoli di come il loro crescente interesse per il private equity non sia esente da critiche: per il prossimo anno, infatti, oltre un terzo di loro (il 38%) sta pianificando un incremento dei propri investimenti in questo settore, mentre solo il 3% medita una riduzione. Gli elevati ritorni continuano ad attrarre nuovi investitori, con una attesa pressoché unanime (l’80% degli intervistati) di significativi afflussi nei prossimi tre anni.
«Stiamo attraversando una fase molto interessante dove, da una parte abbiamo un interesse crescente degli investitori istituzionali per il private equity e, dall’altra, i gestori dei fondi devono affrontare una fase di mercato delicata. La combinazione di questi due elementi suona giustamente come un campanello di allarme per gli investitori. 
Questi ultimi, infatti, sono consapevoli che in periodi difficili la dispersione delle performance tra gestori più o meno abili aumenta e sono preoccupati per possibili investimenti su strategie o aree geografiche poco conosciute dai gestori. Conseguentemente, si concentrano su quelli più affidabili» commenta Jeremy Coller, responsabile investimenti di Coller Capital. 
La maggior parte degli investitori (il 77%) é convinta che questo loro accresciuto interesse per il private equity aumenterà la competizione per accaparrarsi le risorse con la maggiore esperienza del settore. Metà degli investitori, inoltre, pensa di voler ricorrere sempre più al reclutamento di risorse direttamente dai fondi di private equity.
 

L’articolo completo è pubblicato sul numero di luglio/agosto di HEDGE.

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